Da Ravenna a Faenza, teatro contemporaneo e di liberazione

Romagna | 23 Aprile 2023 Cultura
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Federico Savini
Uno dei leitmotiv di questa densa settimana teatrale della stagione in provincia di Ravenna è la celebrazione della Liberazione, momento epocale della nostra storia recente che merita sempre riflessioni e ri-attualizzazioni, mentre sull’altro versante è la storia contemporanea (a volte quasi la cronaca di questi giorni) a reclamare attenzione dai palcoscenici più prestigiosi.

RAVENNA
La stagione dei teatri all’Alighieri di Ravenna si chiuderà dal 27 al 30 aprile (alle 21, ma la domenica alle 15.30) col ritorno di una grande protagonista del palcoscenico: Maria Paiato, impegnata insieme a Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria in Boston Marriage di David Mamet, testo americano contemporaneo ma ambientato a fine Ottocento. Si racconta dell’amore proibito tra due dame del New England che possono permettersi una vita economicamente indipendente dagli uomini in una società decisamente non ancora pronta.  
Di tutt’altro tenore lo spettacolo puramente comico proposta da Accademia Perduta il 2 maggio. Sarà di scena sempre all’Alighieri Paolo Cevoli, con il monologo Andavo ai 100 all’ora e la rievocazione di un’infanzia e di un’Italia che purtroppo non ci sono più.

FAENZA
Giovedì 27 aprile Teodoro Bonci del Bene porterà in scena al Masini Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la Russia, monologo attualissimo che racconta della Russia di oggi e delle difficoltà incontrate ogni giorno da blogger e artisti, il tutto arricchito da letture da Aleksandr Pushkin e Ivan Vyrypaev e soprattutto ricondotto in una vena di comicità grottesca che però parla di una tragedia assolutamente reale.
Da venerdì 28 a domenica 30 tornerà invece a Faenza, sempre al Masini, Lunetta Savino, protagonista del dramma La Madre di Florian Zeller, acuta indagine introspettiva sull’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. Il tutto a parte dalla partenza di un figlio, ormai adulto, vissuta dalla madre come un tradimento, al quale si aggiunge una decadenza dell’amore coniugale in atto da tempo.

CERVIA
Al teatro Walter Chiari mercoledì 26 andrà in scena il monologo sulla Russia di Teodoro Bonci del Bene già raccontato nella sezione appena sopra su Faenza (alla quale rimandiamo), mentre mercoledì 3 maggio la compagnia Les Moustaches proporrà il delicato La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza, spettacolo pluripremiato che racconta di un ragazzo grasso ma leggero, che vive in una vecchia catapecchia di provincia dove si sente soffocare, come una fragile libellula rosa in una teca di plexiglass opaco. E soprattutto coltiva un sogno: la danza. Attraverso il suo gutturale linguaggio, il suo corpo grassissimo e il suo sogno impacciato, Ciccio Speranza non smette mai di danzare, raccontandoci la sua vita così come la desidera.

RUSSI
Chiude la stagione con un originale Jukebox partigiano, tra musica e racconto, il teatro Comunale di Russi. Lunedì 24 aprile Giulia Valenti e Stefano Moretti, con Angelica Foschi alla fisarmonica, porteranno virtualmente in scena un jukebox pieno di canzoni, ma anche di storie di decine e decine di donne e uomini che hanno fatto la Resistenza. Gli attori daranno voce alle loro vite, segnate dalla scelta di combattere il fascismo, trasformandole in racconti e musiche.

PIANGIPANE
La «costola» della stagione dei teatri ospitato al Socjale di Piangipane si chiuderà mercoledì 26 alle 21 con La Tromba di Nevio Spadoni, adattato per le scene da Iacopo Gardelli e con Lorenzo Carpinelli in scena. Si racconta di Alviro, collezionista di trombe che in paese «dicono che è mezzo matto, e forse anche cornuto», ma lui non risponde e rimane chiuso in casa, in mezzo ai suoi ottoni. Suona per non sentire. O forse per dimenticare quel gran «putanisum» che è il mondo.

MODIGLIANA
Liberazione protagonista sul palco anche dei Sozofili di Modigliana, dove venerdì 21 aprile la compagnia Ateliersi porterà in scena Cos’è un Gap? Dialogo ludico sulla Liberazione di Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, che immaginano il ragazzino protagonista de Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino che si lancia in un salto temporale per coinvolgere il pubblico in un gioco di analogie intorno al libro, ambientato durante la Liberazione, cogliendo battute mancanti e significati nascosti.
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