Da Celestini a Paolini, dalla fine del nostro mondo a quello di Buzzati, fino alle vesti attoriali di Paola Turci

Romagna | 25 Novembre 2022 Cultura
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Federico Savini
Dai più piccoli anfratti emotivi dell’animo di una singola persona fino a visioni che trascendono la nostra realtà, la riportano indietro di millenni o ne ipotizzano la fine ingloriosa, non si possono sottovalutare la portata e le ambizioni degli spettacoli portati in scena da grandi protagonisti del teatro e dello spettacolo nazionale sui palcoscenici della nostra provincia nell’arco di poche giornate.

PAOLA TURCI A FAENZA
Mi amerò lo stesso. È decisamente programmatico il titolo del monologo con il quale non solo Paola Turci si presenterà al pubblico del teatro Masini di Faenza, venerdì 25 alle 21, ma lo farà come attrice e autrice (in coppia con Alessandra Scotti) più che come cantante. «Un monologo che a volte vorrebbe essere un dialogo» lo definisce la stessa Turci, che a più riprese nel corso dello spettacolo più che parlare in prima persona dà voce a persone incontrate nel corso della vita, indossando molto spesso i panni della madre. Paola Turci prende quindi le mosse dal suo particolare vissuto, per dipanare la trama di un racconto di vita femminile in cui è facile identificarsi, tra desideri, debolezze, ricordi e speranze per il futuro.
Ma ci saranno, naturalmente, anche le canzoni, quelle che hanno fatto da colonna sonora ad ogni fase della sua esistenza.

ASCANIO E LA BOMBA AL GOLDONI
La settimana teatrale del Goldoni, a Bagnacavallo, parte sabato 26 con l’arrivo in scena di un grande mattatore del teatro italiano di oggi, Ascanio Celestini, che porterà sul palco il suo Museo Pasolini, omaggio-scandaglio dell’opera di uno degli intellettuali più importanti e tuttora dibattuto del Secolo Breve italiano (e probabilmente non solo). Celestini immagina di poter musealizzare il lascito pasoliniano a partire dai versi della sua prima poesia, attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, ma anche di chi l’ha immaginato, amato e odiato.
Ma la settimana del Goldoni si chiuderà - giovedì 1 e venerdì 2 dicembre – con la prima romagnola di The Children, testo di Lucy Kirkwood portato in scena da Elisabetta Pozzi, Giovanni Crippa e Francesca Ciocchetti, in scena la settimana prossima anche a Cervia e imperniato sulla cronaca della tranquilla pensione di due ingegneri nucleari. La bucolica tranquillità della coppia è però in realtà fragilissima, arrivando all’indomani di un disastro apocalittico e soprattutto cozzando con il ritorno nella loro vita di una ex collega, che a differenza dei due protagonisti non ha distolto l’attenzione dai destini dell’umanità e riporterà a galla le complessità legate al passato degli altri due personaggi.

DIX «E BUZZATI» A CONSELICE
Cercherà di evocare con parole, dialoghi e una scenografia in cui molto va immaginato un mondo fantastico e ricco di metafore Gioele Dix, regista e protagonista de La corsa dietro il vento. Dino Buzzati o l’incanto del mondo, in programma al Comunale di Conselice giovedì 1° dicembre. In scena con Valentina Cardinali, Dix parte da un appunto gettato fuori dalla finestra dallo scrittore de Il deserto dei tartari, trasformando il palco in un laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria. La pièce attinge al ricchissimo forziere di racconti di quel «fine scrutatore d’anime» che fu il grande scrittore, giornalista, drammaturgo e pittore bellunese regalandoci un vivacissimo mosaico di personaggi e vicende umane.

RUSSI ATTENDE PAOLINI
Meglio segnalare fin d’ora l’arrivo di Marco Paolini al teatro Comunale di Russi. Dove l’acclamato uomo di punta del teatro di narrazione italiano. Antenati - The Grave Party è il monologo, integrato dalle musiche di Fabio Barovero, con il quale Paolini approderà a Russi il prossimo venerdì 2 novembre. Uno spettacolo che ha l’ardire di ripercorrere l’evoluzione della nostra specie, attraverso l’incontro immaginario con le 4.000 generazioni che ci collegano ai nostri progenitori comuni, quel piccolo nucleo africano da cui tutti gli abitanti del pianeta della nostra specie provengono: alla parola è affidato il compito di mostrare questa stirpe che ci ha preceduto e da cui abbiamo ereditato difetti e virtù.
Un modo, quello di Paolini, di affrontare i temi dell’evoluzione e dell’ecologia in chiave epico-comica, all’interno di una narrazione nella quale i problemi del presente si legano a quelli del passato.
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