Da Casola e Modigliana, parlano agricoltori e amministratori sulla situazione critica post alluvione

Romagna | 08 Luglio 2023 Cronaca
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Fabrizia Montanari - Alcuni in paese ancora ci scherzano, ma le prime notizie social dopo l’alluvione volevano Casola Valsenio sepolta sotto il peso del fango. Era una fake, di quelle ancor più contagiose in caso di calamità; il paese non è crollato, ma fortemente danneggiato lo è stato. Soprattutto negli spazi aperti, campi, sentieri, strade. E campi significa coltivazioni, produzioni agricole, allevamenti come quello di ovicaprini e bovini di Stefania Malavolti Venturini e della sua famiglia, titolari dell’azienda Scania che produce e commercializza formaggi, in cima a via Settefonti, percorribile ma con prudenza, vista la spaventosa voragine creata dal peso dall’acqua che si apre all’inizio della strada. Pietro Venturini, il figlio ventenne di Stefania è al lavoro sotto il sole in una caldissima mattina: «Non possiamo lamentarci, c’è chi è andato peggio - dice convinto - io mi do da fare perché voglio lavorare qui, preparare il mio futuro». Meno ottimista il papà Nerio. «Occorrono più tutele per le produzioni agricole e anche un po’ più di attenzione alla campagna e alla pulizia di strade e fossi, per far tornare la fiducia nelle persone e dare un futuro ai giovani». Parallelamente Nicola Gramentieri titolare dell’agriturismo Ca’ Nova a Baffadi e responsabile Coldiretti per l’alta collina faentina rimarca come «se allevatori e agricoltori non si risollevano, il paese rischia lo spopolamento. Finora i privati hanno gestito con risorse e mezzi propri l’emergenza post alluvione, ma ora occorrono direttive precise e contributi dal Governo, perché la situazione non è più sostenibile».  Altre perplessità dei casolani riguardano la viabilità, che resta fortemente critica. «Le strade provinciali SP 70 Passo del Prugno e 306 verso Palazzuolo sono transitabili per residenti e lavoratori, ma occorrerebbe che qualcuno si assumesse la responsabilità di aprirle per consentire la normale circolazione prima della fine dell’estate, pur segnalando adeguatamente i possibili pericoli, altrimenti le persone non verranno più a Casola» dicono le voci ai bar del paese. Anche la Strada della Lavanda (che segue la SP 67 verso Fontanelice e la SP 63 verso Zattaglia) è percorribile, ma dopo l’alluvione sono state segnalate ben 24 frane e «le formazioni marnoso-arenacee di queste colline - spiega lo speleologo e consigliere comunale Andrea Benassi - non sono stabili, la marna, morbida, con l’acqua diventa molle e pesante al punto da sgretolare l’arenacea soprastante, più dura, e creare le spaventose slavine di fango che sono scivolate giù dalle montagne travolgendo tutto».
La viabilità è la nota dolente anche per Modigliana dove la provinciale SP 20 (Tramazzo Marzeno) da Modigliana a Faenza è transitabile, mentre resta chiusa la SP 21 Trebbio (per citare solo la più conosciuta e frequentata) dove si trovano abitazioni e alcuni agriturismi. Come Re Piano, della modiglianese Antonella Ciccarella che lo gestisce insieme al marito olandese Dick e alla figlia Lucrezia, 7 ettari di verde con piscina, cavalli e coltivazioni di mandorlo e ulivo. «Ci siamo aiutati fra vicini per fronteggiare la prima emergenza, le frane hanno invaso i campi, l’orto, l’uliveto che si è spostato dalla sede originaria, lo spazio dei cavalli che non riuscivamo più a raggiungere; mio marito ha lavorato da solo con pala e escavatore, ma avremmo avuto piacere che qualcuno si fosse presentato dal Consorzio di Bonifica, per verificare di persona quanto è successo e per consigliarci. Per il momento abbiamo compilato moduli attraverso Coldiretti per segnalare le frane e stimare l’entità dei danni, ma non abbiamo mai visto nessuno. La mia clientela è per lo più straniera, ho prenotazioni fino ad agosto, ma al momento non so davvero cosa dire ai miei clienti». Del resto, la situazione è ancora molto critica. «Finora sono mancate disposizioni chiare sulle procedure da seguire - afferma il sindaco Jader Dardi - il Comune ha impegnato quasi 2 milioni di euro in somma urgenza, a cui si aggiungono 340.000 euro per le imprese private che coi loro mezzi hanno sistemato le frane e stiamo aprendo le strade comunali solo come corsie di primo accesso, che restano interdette a bici e moto per via di restringimenti importanti di carreggiata e terreno mosso. Occorre rendersi conto che a Modigliana sono scomparsi interi crinali, i 200 km di sentieri agro-urbani, creati negli anni con l’aiuto di tanti volontari, un vanto per il paese e un forte punto di attrazione turistica, ora non esistono più. La somma del danno complessivo stimata è di 158 milioni di euro a cui si aggiunge la rete fognaria da rifare. Io ho coinvolto fin da subito le associazioni di categoria, industria, agricoltura e artigianato affinché si facciano intermediari presso le istituzioni, ma si è perso molto tempo, troppo e ora mi auguro che il Commissario Figliuolo agisca in fretta e faccia un lavoro strettamente congiunto fra Regione e Enti locali. Da parte nostra -chiude - stiamo anche ragionando su iniziative da mettere in campo quest’estate per sensibilizzare l’opinione pubblica».
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