Da Brisighella a Casola Valsenio fino a Modigliana l’Appennino è in ginocchio con oltre 700 frane e strade da ricostruire

Romagna | 10 Giugno 2023 Cronaca
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Riccardo Isola - L’Appennino faentino a distanza di oltre un mese dall’inizio dell’emergenza, è un gigante che ancora sanguina e lacrima fango. Lo fa lungo l’intera dorsale attraversando le valli del Senio, Sintria, Lamone e Tramazzo. Stando a una prima stima, relativa ai tre comuni più colpiti, Casola Valsenio, Brisighella e Modigliana, siamo a oltre 700 frane censite solo per quanto concerne la viabilità comunale e provinciale intercettata dalle lingue di melma, vegetazione e rocce. A queste andranno aggiunte poi le altre, numerosissime, verificatesi lungo il reticolo viario privato e interpoderale. Di fatto il viso di marne e arenaria che caratterizza il versante sud della catena è un viso di gigante sfregiato e segnato dall’acqua. Rimangono poi aperte le questioni legate all’economia rurale, per lo più trainata dall’agricoltura e allevamento, con diverse decine di migliaia di animali con l’incognita aperta, non solo nell’immediato, della loro sopravvivenza, per non parlare delle centinaia di ettari di terreno coltivato, a frutteto, vigneto e seminativo, che rischiano di rimanere. Parlare di una collina in ginocchio, quindi, è forse un eufemismo fin troppo ottimista.

CASOLA VALSENIO PIEGATA
Il Paese delle erbe e dei frutti dimenticati, oggi, potrebbe essere tranquillamente ribattezzato quello del «Fango e delle frane». Per quanto concerne un primo censimento fatto dalle autorità di protezione civile «parliamo di circa 90 chilometri di strade comunali e provinciali completamente da rifare. In totale - spiegano il sindaco Giorgio Sagrini e il suo vice, Maurizio Nati - ci riferiamo a oltre 250 movimenti franosi, piccoli o mastodontici, verificati in tutto il territorio. Abbiamo due provinciali di fatto chiuse, quella in direzione di Zattaglia e quella per Fontanelice, mentre la Sp 306 in direzione di Palazzuolo siamo riuscita ad aprirla ma senza una certezza che i volumi ancora pendenti sopra il tracciato, parliamo di una mezza collina, non si muovano compromettendo gli sforzi fatti fino a ora». Non c’è possibilità ancora di fare una stima dei danni «perché abbiamo bisogno di studi geologici e ingegneristici - sottolineano gli amministratori - per capire se conviene ripristinare le frane o addirittura pensare a percorsi da costruire per la viabilità ex novo». Per quanto concerne il settore economico di riferimento, il primario, il commento degli amministratori è che si è di fatto «persa l’autosufficienza minima per il sostentamento degli allevamenti, parliamo di centinaia di migliaia di capi di bestiame, a causa delle aziende che sono isolate. Sarà difficile poi iniziare la stagione del raccolto del fieno, del grano e anche della frutta. La situazione è seriamente compromessa, non solo per oggi, ma almeno fino alla primavera prossima».

BRISIGHELLA CONTA 200 FRANE
Brisighella è attraversata da almeno 200 frane, tra piccole e grandi. Una primissima e assolutamente non esaustiva stima dei danni parla di circa 50 milioni di euro per il ripristino della viabilità in sicurezza. «E’ una situazione disarmante e disastrata - conferma il sindaco Massimiliano Pederzoli - che da inizio maggio ci tocca verificare giorno dopo giorno. Solo di frane grosse, che compromettono la viabilità e la sicurezza nell’attraversamento delle strade comunali siamo a ben oltre il centinaio. Poi ci sono le piccole». Tra le situazioni più eclatanti c’è quella registratasi a San Cassiano che, come spiega il primo cittadino «da martedì è consentito il transito solo per i mezzi di soccorso. Stiamo lavorando per l’installazione delle reti paramassi, e se tutto va nel verso giusto dal 20 giugno potrebbe essere riaperta, a senso unico alternato». Ma altri importanti smottamenti su strade si sono registrati un po’ ovunque e in alcuni casi rimangono fortemente impattanti. «Per quanto concerne i casi più gravi, - rimarca Pederzoli - dove vige il divieto di transito perché in alcuni casi strade e ponti non ci sono più, ci sono quelli di via Bicocca, via Valpiano, via Purocielo, via Valletta, via Ceparano e via Rio Chiè». Un’altra area colpita è quella del parco Carnè che è raggiungibile da Riolo Terme e per luglio si conta di ripristinare la strada anche da Brisighella. Infine per quanto concerne la linea ferroviaria sono in previsione alcuni interventi di chiusura dei passaggi a livello. Quello di Valletta sarà interdetto domenica 11 giugno dalle 8 alle 6 di lunedì 12 e poi ancora dalle 22 di lunedì alle 6 di martedì 13, mentre quello di Pontenuovo sosterrà una chiusura programmata per domenica 11 giugno dalle 22 alle 6 di lunedì 12, da giovedì 15 alle 22 alle 6 di venerdì 16 e domenica 18 giugno dalle 22 alle 6 di lunedì 19.

MODIGLIANA MARTORIATA
E’ sicuramente il comune che per primo ha avuto conseguenti devastanti dall’ondata di maltempo di maggio. «Stiamo parlando - precisa il sindaco, Iader Dardi - di una fotografia che non vede nessuna strada dalle provinciali alle interpoderali uscirne indenni. Una stima effettuata dai tecnici ci dice di circa 350 frane con una spesa ipotizzata per il ripristino e la ricostruzione di circa 200 milioni di euro. Abbiamo bisogno urgentemente di competenze e progettazione  e certezze su chi dovrà gestire la macchian dei rimborsi e della ricostruzione». Tra le realtà più colpite c’è sicuramente via Ibola, totalmente martoriata da frane e smottamenti, quella del Trebbio ma anche la provinciale di accesso, a un chilometro dal centro abitato, da Faenza che si può percorrere a senso alternato. «Non parliamo poi del tessuto produttivo - chude Dardi - sia artigianl-industriaòle che agricolo, profondamente colpito dagli eventi verificatesi nel mese di maggio. Serve tempestività, da soli non possimao farcela».
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