Covid, ecco il piano per vaccinare 15mila persone in 18 giorni in provincia di Ravenna

Silvia Manzani
Un unico punto vaccinale provinciale al Pala De Andrè, già scelto come sede per il drive-through di Ravenna, dove sarà installato  l’ultracongelatore per la conservazione delle dosi, visto che lo stoccaggio va eseguito a una temperatura compresa tra -80 e -60 gradi. Un team composto da un medico, cinque infermieri e due operatori socio-sanitari. Un’area di registrazione con un amministrativo o, in alternativa, due volontari. E un’area accoglienza con due volontari. Sarà questa l’impalcatura organizzativa per implementare il piano vaccini anti-Covid. All’ingresso dell’area, come d’abitudine, saranno previste le procedure di misurazione della temperatura con termo-scanner, controllo mascherine e igienizzazione delle mani. L’idea della Regione Emilia-Romagna, che il 15 dicembre ha dato le indicazioni alle Asl, è quella di vaccinare, nel giro dei primi 18 giorni della campagna (al massimo 23), sia il personale pubblico e privato dei presidi sanitari che gli operatori sanitari e gli ospiti delle Case residenze per anziani. Per quanto riguarda la provincia di Ravenna si tratta di 7.849 persone nel primo caso e di 7.687 persone nel secondo. A livello regionale, si parla di somministrare, in circa tre settimane, circa 180mila dosi di vaccino. La stessa campagna andrà poi ripetuta per passare alle seconde dosi. Non passerà molto, tra l’una e l’altra: si parla, infatti, di 23 giorni. La somministrazione avviene per via intramuscolare nel muscolo deltoide. L’osservazione post-vaccinale durerà 10 minuti. Ciascun team lavorerà per 6 giorni a settimana, e non più di 8 ore al giorno, con un minimo di 300 persone vaccinate ogni turno; in caso di necessità, sarà possibile strutturare i turni dei diversi team sette giorni su sette, anche nel pomeriggio.
La scelta del Pala De Andrè è giustificata dal fatto che i centri vaccinali, per la Regione, devono essere posizionati al di fuori delle strutture ospedaliere e facilmente raggiungibili, così come disporre di un ampio parcheggio. Per quanto riguarda invece le vaccinazioni agli ospiti delle strutture per anziani, saranno effettuate a domicilio nelle residenze: per quelle di grandi dimensioni si muoverà un team medico, mentre per quelle più piccole il modello organizzativo di riferimento sarà quello delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale. Ogni team dovrebbe operare in modo tale che ciascuno operatore vaccini almeno tre persone all’ora nelle strutture con un massimo di 50 ospiti, mentre per quelle più grandi la tempistica può aumentare ad almeno 4 vaccinazioni ogni ora, considerando nei tempi anche le operazioni di spostamento e quelle di presa in carico e preparazione delle dosi. Tutto il personale del mondo della sanità che intende vaccinarsi dovrà prenotarsi attraverso un sistema che assegnerà automaticamente due appuntamenti, uno per la prima e uno per la seconda dose; per gli ospiti delle Rsa sono in fase di definizione le modalità, con il coinvolgimento dei gestori.