Covid, Angelini, direttrice della Sanità pubblica Ausl: «Variante più contagiosa, ma noi siamo più resistenti»

Samuele Staffa

«Non è il virus ad essere diventato molto più buono. Siamo noi ad essere diventati più resistenti. Se poi abbiamo più di 60 anni o patologie concomitanti, è bene fare la quarta dose fin da subito». Di fronte alla robusta ripresa dei contagi, la stradada seguire, per la dottoressa Raffaella Angelini, è semplice: il vaccino.

Vi aspettavate una ripresa dei contagi come questa?

«No. Siamo abituati a veder calare i numeri in estate. Invece il virus ha nuovamente cambiato le carte in tavola e i contagi hanno iniziato a crescere sensibilmente. Questa è la variante più contagiosa tra quelle conosciute e si diffonde con grande rapidità. D'altronde, il virus non teme le temperature estive: lo dimostra la proliferazione dei coronavirus riscontrata in paesi ben più caldi dell'Italia. Sono piuttosto le abitudini della popolazione, che in estate frequenta luoghi all'aperto, ad influenzare la diffusione del virus. E' anche vero che questa è la prima estate in cui, oltre a dover fare i conti con la variante più contagiosa, abbiamo abbandonato ogni misura di protezione».

La ripartenza è stata troppo avventata?

«No, dobbiamo abituarci a convivere con un virus. Nonostante questa altissima incidenza, gli ospedali non sono pieni. Resta una percentuale di casi che va incontro ad un aggravamento della malattia e, di conseguenza, si ravvisa un aumento dei ricoveri ospedalieri. Ma non si vedono più le conseguenze nefaste del 2020, quando le persone passavano dal benessere ad una polmonite che portava alla terapia intensiva. Oltre il 90% delle persone è vaccinato e la copertura immunitaria della popolazione è molto alta. Questo significa che possiamo fare più cose di prima, correndo meno rischi. Certo, ognuno deve badare a se stesso. Chi ha serie patologie deve evitare di trovarsi al chiuso senza protezioni e indossare la mascherina. Io ho più di 60 anni e non mi sento 'fragile', ma se devo frequentare un ambiente chiuso, indosso la mascherina».

In questi giorni parte la campagna vaccinale dedicata agli over 60 e ai soggetti vulnerabili...

«Gli over 80 potevano vaccinarsi con la quarta dose a partire da aprile, ma purtroppo abbiamo avuto una risposta modesta: in provincia di Ravenna, un territorio comunque tra i più virtuosi, non siamo andati oltre al 40%. Questo dato è anche frutto di un errore comunicativo: molte persone, rassicurate dall'idea che in settembre uscirà un nuovo vaccino, hanno pensato di rimandare tutto alla fine dell'estate. Invece, se guardiamo ai dati di questi giorni, è necessario che le persone vadano a vaccinarsi immediatamente. I vaccini che usciranno in autunno non sono tanto diversi da quelli che vengono somministrati oggi, che già offrono ottimi risultati nel proteggere le persone dalle conseguenze più gravi della malattia. Purtroppo la sua efficacia è limitata nel tempo e si riduce sensibilmente dopo quattro mesi. Un motivo in più per vaccinarsi subito con la quarta dose».

Gli interessati verranno avvisati?

«Si, con un sms. Poi si dovranno seguire i canali tradizionali per la prenotazione: cup, cuptel, farmacia... Le tre sedi vaccinali della provincia, che oggi lavorano su ritmi ridotti, sono confermate. Valuteremo in seguito, in base all'afflusso, se ampliare gli orari».

Cosa la spaventa di più?

«Non c'è nulla che possa spaventarci, ma siamo tutti molto stanchi e preoccupa l'atteggiamento negazionista di molte persone. Convivere col virus significa che occorre senso di responsabilità da parte di tutti».