Covid-19, l'appello di Angelini (Ausl Romagna): «Vaccinatevi ora per non chiudere poi»
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Federica Ferruzzi - Non sa più come dirlo, Raffaella Angelini, direttrice della Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna, di andare a vaccinarsi e di farlo ora, senza aspettare l’autunno. «Se non ci si vaccina adesso - osserva la direttrice - si continuerà ad andare avanti con le scuole ed i locali aperti a singhiozzo. L’unico modo per uscire da questo incubo è vaccinarsi».
Angelini, qual è la situazione?
«Siamo in una fase di espansione dell’epidemia: i casi sono in aumento in tutto il Paese, nella nostra Regione ed in Romagna. Il fenomeno che l’anno scorso abbiamo registrato a fine agosto, quest’anno è stato anticipato a fine luglio per effetto dell’estate e per l’euforia degli Europei».
Chi si ammala maggiormente?
«Sono in aumento i casi di persone non vaccinate con età media molto bassa. Perlopiù giovani e giovanissimi. Questo dimostra l’efficacia della vaccinazione nel prevenire la malattia».
Il numero dei ricoveri è sotto controllo?
«Al momento sì. In Romagna il numero è molto basso: per fare un esempio, nella giornata del 19 ne abbiamo contati cinque in tutto. Quattro a Rimini ed uno a Forlì. Per ora la situazione è tranquilla, ma sul territorio la circolazione del virus è sostenuta. Da marzo alla prima settimana di luglio il trend è stato in discesa, ma dal 4 all’11 luglio abbiamo assistito ad una rapidissima inversione di tendenza. I casi sono aumentati in modo significativo e per i prossimi mesi ci dobbiamo aspettare un aumento del numero di casi».
Prevede nuove restrizioni?
«Non saprei, se ne sta parlando in questi giorni, ma ciò che è certo è che quello che sta avvenendo in Romagna lo si riscontra anche nel resto d’Italia. Attualmente la malattia colpisce in prevalenza i giovani e i ricoveri sono al momento limitati. Anche per questo rinnovo l’invito a vaccinarsi ora, senza rimandare il percorso vaccinale all’autunno. Occorre farlo adesso per essere pronti in futuro. Se si intraprende l’iter oggi, la copertura raggiungerà il massimo grado tra 45 giorni. Chi rimanda per vedere come andrà sbaglia, perchè gli effetti si vedono già».
Ha parlato degli effetti dell’Europeo, ma all’appello mancano ancora Notte Rosa e Ferragosto...
«Di eventi che portino a ridurre le distanze nell’arco dell’estate ce ne sono molti, ed è per questo che, anche se è caduto l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, occorre farlo quando la distanza di un metro non può essere rispettata. Penso alle strade di passeggio, agli street bar, agli assembramenti in generale: il virus circola, non dimentichiamolo. La possibilità di infettarsi è alta, portiamo la mascherina anche se siamo vaccinati».
Ecco, in proposito c’è chi sostiene che, se si è vaccinati, le misure non servono, e chi usa questa argomentazione per rimandare l’iter vaccinale...cosa si sente di rispondere a queste persone?
«Voglio ribadire che il vaccino funziona. Che la vaccinazione aiuta anche a prevenire le forme più gravi. Il fatto che uno possa comunque infettarsi senza esserne consapevole è ben diverso dal ritrovarsi in terapia intensiva. Si tratta di una malattia subdola: c’è anche chi, pur avendo contratto la malattia in forma leggera, si trova a fare i conti con postumi che durano mesi. Poi ci sono giovani che sono finiti, nonostante l’età, in terapia intensiva. Infine c’è chi, come me, ha sessant’anni, ma se ne sente venti e deve comunque fare i conti con l’età anagrafica e con un fisico non più giovane. La limitazione della libertà non è un problema di mascherina, ma di restrizioni di possibilità di vita. Se ci vacciniamo daremo la possibilità alla nostra comunità di uscire da questo incubo, anche se ormai è come se fossimo assuefatti all’idea di non poter più fare un week-end a Londra. Ribadisco: l’unico modo che oggi abbiamo per uscirne è quello di vaccinarsi».