Coronavirus: Ravenna, la scuola si rimbocca le maniche: "Internet aiuta"

Romagna | 15 Marzo 2020 Cronaca
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Silvia Manzani
Insegnanti online per continuare a fare lezione, maestre che inviano ai genitori le favole registrate con le loro voci o alcune proposte didattiche, il sostegno ai bambini con disabilità che viene a mancare e si sopperisce come meglio si può. In tempi di Coronavirus, il mondo della scuola si riorganizza in tempi veloci, anche perché per tutta Italia il Governo ha disposto la chiusuradellescuole di ogni ordine e grado fino al 3 aprile.

«L’ESPERIMENTO FUNZIONA»
Marta Chiocci insegna Lettere al liceo scientifico di Ravenna, che ha ricevuto il plauso del Ministero dell’Istruzione per il lavoro fatto sulla didattica online: «Utilizziamo Google Suite for Education e in particolare l’applicazione Meet alla quale l’intera classe si collega. Tutte le mattine apriamo la riunione, diamo un indirizzo e teniamo la lezione a microfoni spenti, creando così un silenzio totale».L’esperimento, insomma, sta funzionando molto bene: «la mia quinta sente la mancanza del rapporto umano, mentre la quarta apprezza il fatto di poter stare a casa in pigiama. Forse, alla lunga, si stancheranno anche loro. Fatto sta che in mezzora, in questo modo, si riesce a fare quello che, in classe, richiede circa un’ora e mezza».

«NOSTALGIA DEI MIEI ALUNNI»
Per Maria Teresa Fiano, insegnante di sostegno alla primaria «Ricci-Muratori» di Ravenna, sono giorni molto strani: «Quest’anno seguo un bambino e una bambina in due diverse classi. Mi mancano molto, cerchiamo di rimanere in contatto tramite WhatsApp, che è il modo più immediato per mandare schede e proposte di attività». E non mancano momenti molto commoventi: «La sorella adolescente del mio alunno si è dispiaciuta di non poter stampare gli esercizi che avevo inviato per il fratello, io le ho suggerito di farglieli ricopiare, così da potenziare il lavoro di scrittura. Quando mi ha mandato un video del fratellino intento a fare i compiti, mi sono emozionata. Alla mamma della ragazzina, invece, ho mandato la versione online di un libro che era rimasto a scuola. Spero di poter essere utile, ha altri tre figli da gestire». In effetti, in molti casi i materiali sono rimasti dentro le scuole: «Occorre un permesso dei dirigenti per entrare, per fortuna alcune case editrici hanno messo a diposizioni le risorse didattiche online. Insomma, come diceva Hemingway, pensa a quello che puoi fare con quello che hai».

«ERAVAMO ATREZZATI»
A Faenza, oltre all’Itip «Luigi Bucci» (il prof Antonio Piazza nella foto), anche il «Persolino-Strocchi» è molto impegnato a mantenere vivo il dialogo con gli studenti, ancor prima che a garantire la didattica a distanza: «La nostra fortuna - spiega il dirigente Daniele Gringeri - è che utilizziamo Google Suite for education e che l’animatrice digitale ha impostato il sistema in modo che la comunicazione sia sempre immediata. Sia i docenti che i ragazzi hanno una mail istituzionale collega ai servizi della piattaforma, che ci ha consentito di attivare le lezioni online, personalizzandole anche in base ai gruppi-classe. Non posso dire che il 100% degli studenti partecipino, molti hanno anche problemi di connessione. Per questo ho consigliato agli insegnanti di registrare in formato video o audio le lezioni, caricandole poi sul registro elettronico o su Classroom». Al contempo, il preside settimanalmente chiede ai professori qual è la risposta da parte degli alunni, oltre a invitare a non sovraccaricarli: «Per gli studenti e le famiglie, sul nostro sito c’è una sezione dedicata dove trovare link, tutorial e fonti consigliate dall’Ufficio scolastico regionale per rendere più agevoli tutte queste novità».

«COCCOLE EDUCATIVE»
Anche per i bambini che frequentano i nidi e le scuole dell’infanzia del territorio comunale di Ravenna, qualcosa si è mosso: «Abbiamo chiesto a educatrici e insegnanti, con l’ausilio delle chat di classe, di inviare alle famiglie piccole proposte ludiche per passare il tempo. Siccome per i bimbi così piccoli non è possibile pensare a modalità didattiche a distanza, abbiamo pensato a quelle che abbiamo chiamato ‘Coccole educative a distanza’. C’è chi ha mandato video di saluti, ricette della pasta di sale, suggerimenti per sviluppare la manualità, favole narrate, istruzioni per consentire origami: «Speriamo così di rimettere in circolo un po’ di calore relazionale».
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