Coronavirus, Ravenna, l'appello di Dal Re (Ordine Farmacisti): "Tampone a tutti gli operatori sanitari"

Federica Ferruzzi
L’emergenza Coronavirus non ha cambiato solo la quotidianità, ma anche l’approccio ai servizi sanitari: per non affollare gli studi medici i medici di famiglia sono infatti stati invitati a comunicare ai pazienti il numero identificativo delle ricette. A spiegare le nuove procedure è il presidente dell’ordine dei farmacisti di Ravenna, Domenico Dal Re, che approfitta per richiamare l’attenzione sull’operato dei colleghi che, «mai come in questo periodo - osserva Dal Re - andrebbero tutelati. E’ per questo che, come Ordine, chiedo la possibilità, per tutti gli operatori sanitari, di poter eseguire il tampone. Viene detto ogni giorno che si dovrebbe estendere questa facoltà al settore, ma non siamo ancora stati chiamati».  
Dal Re, come si procede, oggi, con le ricette?
«Per i farmaci mutuabili la ricetta è elettronica e il cittadino, con il codice rilasciato dal proprio medico, può andare in una qualsiasi farmacia e scaricare la ricetta. Questo vale anche per i farmaci che compra l’Ausl e che fa distribuire alle farmacie. Le uniche ricette per cui questo non è possibile sono quelle per gli stupefacenti, come ad esempio la morfina, che devono avere un altro tipo di prescrizione. Al momento un problema si presenta per le ricette ripetibili, come possono essere quelle ad esempio per gli ansiolitici, ma proprio in questi giorni siamo al lavoro insieme all’ordine dei medici per trovare una soluzione». 
Cosa significa essere farmacisti ai tempi del Coronavirus?
«Credo che dai discorsi sulle ricette si capisca che siamo in prima linea: in farmacia entrano tutti, siamo una categoria a forte rischio.  Il problema c’è, in Italia ci sono due farmacisti deceduti e anche sul territorio ci sono diversi colleghi malati».
Quali sono i disagi maggiori?
«Le mascherine sono introvabili e non abbiamo protezioni: può scrivere che Dal Re ha la mascherina perchè come hobby fa il carrozziere e usa quella da vernice. Purtroppo sono finite ovunque. Alcune farmacie si sono adoperate con plexiglass sul banco, ma per ora non abbiamo molte altre protezioni. Per servire al meglio i clienti, però, abbiamo attivato un nuovo servizio, completamente gratuito in accordo con l’Ausl, in base al quale possiamo distribuire i farmaci che usualmente venivano reperiti solo in ospedale. Questi medicinali possono inoltre essere consegnati a casa grazie ad una modalità gratuita. La particolarità di questo servizio è che è disponibile solo in Romagna, perchè qui si è deciso, grazie all’accordo che le dicevo, di sfruttare un’opportunità che ci è stata offerta dalla Regione, e mi auguro che anche in altre province seguano al più presto questa strada». 
Quali sono i prodotti che vi vengono richiesti maggiormente?
«Chiedono tutti prodotti disinfettanti, ormai introvabili, e le mascherine, ma noi non siamo più in grado di poter soddisfare la richiesta. Speriamo che la protezione civile riesca a fornircene un po’. Ormai non arriva neanche più l’alcool, ma quotidianamente corriamo il rischio di ammalarci: se però uno di noi si ammala non andiamo in quarantena, ma si continua a lavorare per assicurare il servizio. Per questo, a maggior ragione, sarebbe giusto poter fare il tampone».