Coronavirus: anziani, a Ravenna dai farmaci alla spesa si ferma anche il volontariato

Silvia Manzani
«Questa situazione è irreale, siamo abituati ogni giorno a un’attività costante e densa, vedere la struttura vuota fa un certo effetto». Francesco Fucksia è presidente del centro sociale «Bosco Baronio» di via Meucci a Ravenna, che conta 1854 soci, la gestione di 254 orti comunali e una frequenza quotidiana di almeno cento anziani tra i 60 e gli 80 anni: «Noi abbiamo chiuso per una settimana dal 24 febbraio, dopo che è stata emanata la prima ordinanza regionale. Poi abbiamo riaperto un paio di giorni, ripristinando solo le attività legate al gioco delle carte. Ma ci siamo resi conto che rispettare la distanza di un metro era impossibile: i tavoli misurano ottanta centimetri di lato e comunque controllare tutti è infattibile». E così il centro ha chiuso di nuovo, anticipando le successive disposizioni governative: «Purtroppo non avremmo potuto fare diversamente. Sono certo che gli anziani che ogni giorno vengono da noi abbiamo perso un punto di riferimento importante. Ma sono loro stessi a farci sapere che è giusto». A rimanere aperti per un po’ sono stati gli uffici: «Ho portato avanti il mio lavoro, qualche collaboratore ha fatto lo stesso. Tutto il resto, invece, è rimasto sospeso, dalla ginnastica alla scuola di ballo, passando per le serate. È strano vedere questo posto, dove c’è sempre movimento, vuoto. Speriamo passi presto questo momento».
«SIAMO PREOCCUPATI»
Tutto è cambiato anche per l’associazione di volontariato Auser, che sta cercando di tamponare al meglio l’emergenza: «Il primo problema - spiega la presidente Mirella Rossi - è che i nostri volontari sono dei veri angeli ma superano i 65 anni quindi sono categorie a rischio, di cui rispettiamo la volontà di restare a casa. Questo ci ha portati a contattare le amministrazioni comunali con cui lavoriamo a Ravenna, Cervia e nella Bassa Romagna comunicando che servizi come l’ausilio alla spesa, il pronto farmaco e gli accompagnamenti nei presidi sanitari vengono sospesi». E mentre si cercano di capire le alternative insieme ai Comuni e all’Asl, tenendo costantemente il contatto con le persone bisognose, i mezzi di Auser attrezzati per il trasporto delle carrozzine che ancora circolano vengono sanificati ogni sera: «I Comuni hanno ora in mano l’elenco delle persone che beneficiano dei nostri servizi. Solo a Ravenna sono tredici a dover essere trasportati due o tre volte alla settimana per la dialisi». Nel caso della spesa a domicilio, sono in 44 solo a Ravenna a usufruirne: «Ma Coop Alleanza 3.0, con cui gestiamo il progetto in convenzione, a titolo precauzionale ha deciso di sospendere tutto». E mentre i quattro centri di promozione sociale di Savarna, Casal Borsetti, Marina di Ravenna e Sant’Alberto sono stati chiusi, Rossi si dice preoccupata per la mancanza di responsabilità e senso civico di alcuni nei confronti della collettività: «Ognuno deve fare la sua parte. Lo dico sempre anche ai miei figli e ai miei nipoti, di non sottovalutare la situazione».
LO STOP DELLE CONSULTE
Anche dalle Consulte del volontariato di Ravenna, della Romagna Faentina e della Bassa Romagna, così come da «Per gli altri», dal coordinamento del volontariato di Cervia e dal Forum del terzo settore della provincia, è arrivato l’invito a rispettare l’ultimo decreto del Governo, restano a casa: «Il volontariato anche in questa occasione può fare la sua parte. Possiamo come volontari dare l’esempio contribuendo a rimanere a casa più possibile. Il periodo è delicato e complesso e, con l’impegno di tutti, riusciremo a superarlo. Aiutiamoci stando a casa. Evitiamo spostamenti inutili e rispettiamo tutte le indicazioni che arrivano dagli enti preposti».