Consumi in Romagna, parla Panzavolta (ad Cia Conad): «Bollette e inflazione, tempesta perfetta, Conad resiste, i discount crescono»

Romagna | 22 Ottobre 2022 Economia
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Manuel Poletti - «Resistiamo al meglio in un quadro che sta diventando settimana dopo settimana drammatico. Abbiamo le spalle larghe per assistere i nostri associati che lavorano già in perdita, tenuto conto dell’inflazione e dei costi energetici esplosi nell’ultimo anno. I discount sono aggressivi in questo contesto ed aumentano a livello nazionale la loro quota di mercato, in un anno passata dal 20 al 22%».
Luca Panzavolta, amministratore delegato di Cia Conad (il colosso cooperativo del consumo con oltre 10mila addetti, 160 soci, 277 punti vendita fra Romagna, Marche, Veneto, Friuli e Trentino, con un fatturato a fine 2021 di 2,5 miliardi di euro) analizza questo autunno molto duro per consumatori, ma anche per i commercianti.
Panzavolta, sei mesi fa la situazione era già critica, oggi l’aumento dei costi energetici e l’inflazione che impatto sta avendo su Cia Conad?
«Pesa drammaticamente tutto. L’inflazione progressiva nell’alimentare nelle ultime settimane è cresciuta velocemente. Quella cumulata da inizio anno ha superato il 5% e vola verso il 6%, mentre se guardo a quella delle ultime settimane siamo intorno all’11%. Questo è un dato a cui non eravamo abituati da una vita, e che soprattutto continuerà anche per la prima parte del 2023, ad essere ottimisti. L’inflazione sui prezzi di vendita medi, dai nostri fornitori, è invece superiore, siamo intorno al 15%.  Questo fa sì che il trend continuerà a crescere anche nei prossimi mesi, portando problemi molto seri. D’altronde la vicenda Ucraina sta peggiorando, i costi energetici sono diventati tragici, con bollette che questa estate erano 4-5 volte rispetto all’anno precedente. Per i nostri negozi l’incidenza media era dell’1,5%, oggi oscilla fra il 4 e 5%, quindi hanno incamerato almeno un paio di punti di aumento dei costi e tenendo conto che un negozio alimentare di solito ha un utile finale dell’1-1,5% circa, significa che molti stanno lavorando già in perdita».
Cia Conad cosa sta facendo quindi per i propri associati? Avete messo in campo già azioni mirate di sostegno?
«Noi stiamo cercando di capire gli effetti dei bonus e come cooperativa abbiamo dato più margine ai soci, tagliando il nostro margine operativo; inoltre stiamo studiando una sorta di indennizzo per loro a fine anno. Faremo come gruppo sicuramente un bilancio meno brillante del previsto, ma in questo momento è fondamentale sostenere la rete degli associati. E’ evidente in generale che così, se la situazione non cambierà nel medio periodo, andremo in difficoltà tutti: Conad sarà l’ultimo a chiudure, ma se il contesto non cambierà il rischio di serie difficoltà anche per noi ci possono essere. In Romagna probabilmente saremo gli ultimi ad evere criticità importanti, ma le avremo anche noi se non si modificherà questo quadro pessimo su più fronti. Pensi che l’unico elemento “positivo” dal lato nostro in questo contesto è stato il mancato aumento del costo del lavoro».
Come sta cambiando il carrello della spesa con l’inflazione che sta erodendo da mesi i salari fermi da anni? Che strategia state mettendo in campo voi di Conad?
«L’inflazione sta erodendo i salari delle fasce più deboli, creando problemi sui consumi, che inevitabilmente si ridurranno. Quello che stiamo vedendo fino a settembre a livello nazionale generale è una leggera crescita +2,5% rispetto allo scorso anno, ma se hai un’inflazione cumulata del 5-6% vuol dire che stai già perdendo vendite. Noi come catena Conad nazionale siamo al +8% di vendita, cresciamo più dell’inflazione. La Romagna è in linea con gli altri territori. Per ora sul carrello della spesa non c’è stato ancora un effetto “povertà”. C’è stato invece un aumento della frequenza con cui le famiglie vengono a fare le compere: acquistano meno, evitano il problema scadenze, comprano più prodotto a marchio, sono meno interessate alle promozioni e sicuramente sono clienti che in parte comprano da noi e in parte vanno al discount. Nelle ultime settimane sto vedendo novità sul paniere della spesa: in estate c’era più voglia di spendere, anche nell’extra alimentare; ora quel segmento è completamente fermo, sia i beni di consumo (elettronica su tutti) che l’abbigliamento vende pochissimo. Sull’alimentare vediamo importanti modifiche, che secondo noi rimarranno nel tempo e si radicheranno: più prodotti a marchio e più discount».
In questo contesto soprattutto, la concorrenza dei discount  appare sempre più insidiosa per politiche sui prezzi e nuovi spazi in tante città, anche romagnole. Dal suo punto di vista che cosa avverte?
«I discount crescono di più e meglio degli altri, supereranno la quota di mercato del 22% (erano al 20% nel 2021).  Hanno avuto uno sviluppo anche sul nostro territorio negli ultimi anni molto importante. Non c’è dubbio che oggi godono di questa situazione di mercato perché lavorando in gran parte su prodotti a marchio riescono meglio a non aumentare i prezzi ed offrire anche politiche di sconti. Pochi prodotti industriali, packaging molto semplificati e modalità gestionali del punto vendita molto semplificate: per questi fattori stanno avendo un vantaggio. Oggi il principale concorrente di Conad in molti territori è proprio il discount, ormai non viene più vissuto come un negozio per pochi, ma invece stanno registrando numeri di presenze sempre più rilevanti. Noi cerchiamo ovviamente di tenere la concorrenza, però il formato discount, già durante la Pandemia e oggi ancora di più, sta beneficiando di questa situazione di mercato».
Il piano triennale 2023-25 di Conad Cia cambierà o rallenterà solamente? Erano previsti importanti investimenti e nuove aperture…
«Non abbiamo mai rinunciato a fare investimenti ed anche a fine 2021 abbiamo varato un piano triennale rilevante. Non cambieremo i nostri obiettivi, abbiamo delle aperture previste nei prossimi due anni, ci sarà un nuovo parco commerciale a Forlì, probabilmente porteremo a termine piccole acquisizioni e apriremo la nuova palazzina uffici nei primi mesi del 2023. Il nostro piano è portare la rete a superare i 3 miliardi di euro di fatturato, questo è l’obiettivo importante che ci siamo dati entro il 2025-26, non sarà facile ma ci proveremo. In generale, con il rallentamento dei consumi, probabilmente anche i nostri obiettivi potrebbero subire qualche slittamento, ma non cambieranno di certo, se questa burrasca passerà in tempi umani».
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