Conselice, la sindaca Pula a 150 giorni dall'alluvione: «Il potabilizzatore è la priorità, oggi»
In termini di spese di somma urgenza e danni al patrimonio pubblico a quanto ammonta il conto economico dell’alluvione nel vostro comune?
«In somma urgenza abbiamo 377mila euro di debiti fuori bilancio, ma è difficile averli dall’agenzia di Protezione Civile. 80mila sono rendicontati come aiuti alla popolazione e ne sono arrivati la metà, interventi su fossi e viabilità ammontano a 122mila euro ma anche sommando queste cifre non raggiungiamo la metà delle spese affrontate in somma urgenza e coperte con operazioni di bilancio. Il sistema è complicatissimo. I danni alle strade ammontano a quasi 6 milioni di euro, da ricognizione della Provincia, purtroppo molte stanno franando. A teatro è stata compromessa la centrale termica e ci sono altri danni. Abbiamo avuto un’importanza donazione di 400mila euro ma è insufficiente. Impossibile sbilanciarsi sulla riapertura. L’acqua ha compromesso la palazzina del campo sportivo e danneggiati i cortili delle scuole, risparmiando per fortuna le strutture. Abbiamo avuto danni anche alla biblioteca e, al di fuori dello stretto patrimonio comunale, al sistema ferroviario, alla rete fognaria, quella elettrica e al potabilizzatore».
Quali sono le priorità di intervento?
«Il potabilizzatore è il più urgente, poi fogne e fossi, per i quali siamo intervenuti in somma urgenza».
Il tessuto imprenditoriale in quale misura è danneggiato?
«È difficile anche solo ipotizzare una cifra, sarebbe enorme. L’Unigrà parla di 100 milioni di danni oltre la mancata produzione. In agricoltura 4mila ettari coltivazioni sono finiti sott’acqua, come la totalità del comparto artigianale. La vastità dell’alluvione a Conselice credo sia unica e ha mostrato la fragilità del territorio, allagato per i tre quarti. Non è un caso che il comitato di Passogatto sia guidato da imprenditori, che fino a qui non hanno visto un euro».
Qual è l’umore dei cittadini?
«A fine luglio 200 nuclei familiari non erano rincasati e abbiamo avuto 1146 domande di Cas. Un primo problema è che ancora non si sa cosa si debba presentare allo Stato per il risarcimento al 100% che era stato promesso. E purtroppo c’è ancora paura dell’acqua, quella non è passata».
Che giudizio date al supporto del Governo in questa calamità?
«Continuano a prometterci soldi che non si vedono e probabilmente non ci sono. Tutta la gestione post-alluvionale è complicatissima. Quando ci fu il terremoto in Emilia vennero assunte mille persone in Regione per lavorare insieme ai sindaci. Oggi abbiamo una struttura commissariale a Roma che si esprime per ordinanze. E neanche sentiamo parlare di ricostruzione».