Cinoservizio festeggia 32 anni di attività al canile di Lugo

Romagna | 14 Gennaio 2024 Qua la zampa
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«Ci spiace quando uno dei nostri ospiti lascia il canile perché con ognuno instauriamo un rapporto stretto, ma siamo ovviamente felicissimi che vada a stare in una famiglia perché questo è lo scopo del nostro lavoro: dare ai cani meno fortunati una nuova opportunità». Il bilancio di 32 anni di attività nel canile di Lugo dell’associazione Cinoservizio lo fa la presidente Teresa Ghinassi raccontando cosa l’abbia portata a dar vita ad una realtà che, negli anni, si è fatta apprezzare sul territorio. «Ho sempre amato gli animali e mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di concreto per aiutare quelli in difficoltà quindi, con una conoscente, ho iniziato a contattare le associazioni che gestivano i canili per aiutarli a promuovere le adozioni. Negli anni ‘90 non c’erano i social, così avevamo realizzato un book fotografico dei diversi ospiti dei canili che mostravamo alle persone nei banchetti che organizzavamo per raccogliere fondi da devolvere ai canili. La prima uscita pubblica come Cinoservizio l’abbiamo fatta nel ’91 ed eravamo in tre, un anno dopo ci siamo costituiti e a maggio 1994, in 12, abbiamo registrato tutta la documentazione davanti al notaio. Con l’atto costitutivo abbiamo chiesto all’amministrazione comunale la gestione del canile dopo aver fatto commissariare la precedente gestione, totalmente inadeguata. Nel ’94 il canile di Lugo era in paese e venne spostato in una nuova struttura in campagna che, negli anni, abbiamo modificato ed ampliato sia per adeguarci alle normative di legge sia per tutelare sempre il benessere degli animali. Anche oggi stiamo risistemando alcune zone». Il numero dei cani presenti in struttura è variato negli anni attestandosi su una cinquantina, ma si sono registrati anni con picchi di 180 cani. Grazie al buon lavoro di Cinoservizio la maggior parte è transitata dal canile per poi trovare una casa. E se i cuccioli sono sempre richiesti, ma poco disponibili- abbandono di cucciolate a parte- anche i cani adulti vengono scelti da chi cerca un nuovo amico a 4 zampe. «Alle persone giovani riusciamo a spiegare che un cane adulto può essere un ottimo compagno di vita e ci fa piacere ricevere le foto dei nostri ex ospiti in vacanza con le nuove famiglie o mentre dormono nelle cucce a casa. Gli anziani, invece, sono più restii a capire e la maggior parte delle volte chiedono “un cucciolo da crescere ed educare a proprio piacimento”, forse inconsapevoli del fatto che un cane adulto possa essere più tranquillo, con un carattere già formato, mentre un cucciolo sia più complesso da gestire, soprattutto nei primi anni di vita». In trent’anni è anche cambiata la razza di cani presenti in struttura: inizialmente c’erano prevalentemente meticci e cani da lavoro, oggi ci sono diversi molossodi, più difficili da gestire in canile. «Si tratta di cani che, per carattere, cercano lo scontro con i propri simili, mentre con gli umani sono tranquilli. Per questo la loro gestione è più complessa perché, ad esempio, vanno fatti sgambare singolarmente. Quando diamo in adozione un pitbull, dopo che il futuro proprietario ha conosciuto il cane in struttura, come Cinoservizio offriamo qualche lezione con un educatore cinofilo di nostra fiducia e suggeriamo alcuni lezioni a casa perchè da un lato ci teniamo che i nostri ospiti vadano a star bene e dall’altra sappiamo bene che, gestiti correttamente, sono ottimi animali da compagnia. Abbiamo avuto molosso idi che sono rinati grazie all’amore di una famiglia». La mission dei 36 volontari dell’associazione è quella di incentivare l’adozione consapevole perché «avere un cane non è obbligatorio e se lo si porta a casa bisogna essere certi di avere tempo e spazi adeguati per prendersene cura in maniera corretta». Prima di dare un cane in adozione i volontari parlano con il futuro proprietario per conoscerne le abitudini, «non certo per farci gli affari degli altri- commenta scherzosa Ghinassi- , ma per essere in grado di consigliare un ospite piuttosto che un altro, in base al carattere e alle esigenze del cane». Negli anni Cinoservizio s’è fatta conoscere sul territorio non solo per la gestione del canile comunale, ma anche per i diversi banchetti informativi e di raccolta fondi che sono stati organizzati, per il servizio di pet therapy in alcune case famiglia per anziani del territorio e per il grande lavoro di promozione delle adozioni svolto anche attraverso la pagina facebook e il profilo Instagram dell’associazione. In prima fila, durante l’alluvione di maggio dell’anno scorso, Cinoservizio ha aiutato diversi proprietari e accolto due cani maremmani che i padroni avevano lasciato per 5 giorni legati alla catena in acqua, impossibilitati anche a sdraiarsi. Tante le storie di cani arrivati in canile sfiniti, picchiati, abbandonati, sequestrati ai proprietari che non li gestivano correttamente e rifioriti una volta trovata una famiglia. Troppe, per citarne solo una, le adozioni che in oltre 30 anni di attività ha registrato l’associazione riuscita a dare una casa anche a soggetti che si presentavano difficili. «Folagra era stato abbandonato al freddo nel cortile di un appartamento che il padrone del cane aveva lasciato “scordandosi” di portarsi dietro quel quattro zampe che diceva di adorare. Arrivato in canile era molto diffidente poi ha fatto amicizia con una nostra volontaria che non lo lasciava un attimo e che appena ha potuto se l’è portato a casa». (marianna carnoli)
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