Ciclismo su pista, la doppia impresa della faentina Valentina Zanzi agli Europei: «Le mie prime due medaglie sono speciali»

Romagna | 24 Luglio 2022 Sport
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Tomaso Palli
Nella trionfale spedizione azzurra agli Europei di ciclismo Under 23 e Juniores ad Anadia (Portogallo) c’è anche molta Faenza. A tenere alti i colori della città manfreda ci ha pensato la giovanissima Valentina Zanzi, che è tornata a casa con ben due medaglie d’oro al petto. La classe 2005, che tolta la maglia azzurra indossa i colori del Vo2 Team Pink di Piacenza, ha iniziato con l’oro su strada, il più inaspettato davanti alla Germania, nella giornata di venerdì 8 luglio, nel team relay misto Juniores, la staffetta composta da due ragazzi, Nicolas Milesi e Alessandro Cattani, e due ragazze, la stessa Zanzi e Alice Toniolli. Ma le gioie per la 17enne romagnola non erano finite perché il trionfo su strada è stato bissato, una settimana più tardi, con l’oro nell’inseguimento a squadre (insieme a Francesca Pellegrini, Martina Sanfilippo, Federica Venturelli e Vittoria Grassi). Anche in questo caso battendo la selezione tedesca.
Valentina, partiamo dall’ultimo oro. È il suo primo titolo Europeo su pista? 
«Sì, è così. Siamo tutte molto felici. Sapevamo di poter fare bene e siamo venute qua con un buon potenziale per potercela giocare con tutti. Ci abbiamo sempre sperato e lo abbiamo fatto anche in finale. Per quel poco che abbiamo provato, tra i vari impegni, abbiamo dato tutto e le gare sono andate benissimo: ci siamo migliorate sempre di più e alla fine abbiamo portato a casa la vittoria». 
Vi aspettavate questo risultato?
«Eravamo abbastanza sicure. Magari non di vincere ma di potercela almeno giocare fino in fondo. Soprattutto vedendo il percorso fatto dalle tedesche che in qualifica non erano state brillanti rimanendo in tre praticamente subito mentre noi siamo sempre arrivate in quattro». 
Qualche giorno prima è arrivato l’oro anche nel team relay misto, la staffetta. Una medaglia attesa?
«No, in questo caso non ci aspettavamo nulla. Era il primo anno di questa prova per noi Juniores. Siamo partiti con il pensiero di poter far bene perché c’era potenzialità nei singoli vedendo i risultati nelle crono, ma non sapevamo, e forse nemmeno ci aspettavamo, di poter fare così bene». 
Qual è la grande difficoltà di quest’ultima disciplina?
«Sicuramente che uno deve equivalere l’altro. Non può succedere che, con la propria azione, si mandi in crisi l’altro. Se manca l’accordo o non ci conosce, si rischia solamente di peggiorare». 
Tralasciando le singole discipline: pista o strada?
«Leggermente più pista. Non c’è un motivo particolare, è solamente una preferenza. Tutti e due gli ambienti sono fantastici ma, dovessi scegliere, opterei per la pista».  
Come ti sei avvicinata al ciclismo?
«Ho iniziata nell’ultima categoria dei giovanissimi, la G6 (12 anni, ndr). Ho seguito mio cugino che correva e mi ha trasmesso la passione per la bicicletta, ho deciso di provare ed è stato amore a prima vista». 
Sei giovanissima ma già un’atleta. Come riesci a unire il tutto?
«Effettivamente non è molto facile. L’aspetto più importante è quello dell’organizzazione, e bisogna farlo bene. Serve poi mettere in conto che si trascorre tanto tempo lontano da casa ma lo si fa per un qualche cosa che piace». 
Ora corri col Vo2 Team Pink di Piacenza, al tuo primo anno nella categoria Juniores. 
«Sì, è il primo anno che faccio parte di questo team. Ma il femminile è leggermente diverso rispetto al maschile…».
In che senso?
«Nel maschile ci sono gli Under 23. Si tratta di una categoria presente anche al femminile ma non così netta e, per certi aspetti, fondamentale e obbligatoria. È forse un percorso meno lineare: non c’è un passaggio fisso da Juniores ad U23 e quindi già terminata la mia categoria, c’è la possibilità di passare in una squadra professionista».
Pensiamo al futuro: cosa ti attende in questa seconda parte di stagione?
«Il vero grande obiettivo non è vicinissimo ma nemmeno troppo lontano ed è il Mondiale su pista ad agosto. Servirà lavorare molto per arrivare all’appuntamento iridato ancora più pronti». 
Qual è il sogno più grande?
«Voglio pensare ad ogni singolo step e quindi credo che il Mondiale sia il prossimo passo a cui pensare».
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