Ciclismo, la ravennate Sofia Collinelli si racconta: "I miei allenamenti in cantina pensando all’esame di maturità"

Andrea Bocchini
Il ciclismo è in gabbia. Con il blocco di tutte le corse internazionali almeno fino al 1° giugno e il divieto assoluto di allenarsi in strada, l’attività è completamente in stallo e gli atleti sono costretti ad allenarsi tra le mura di casa. Non fa eccezione la ravennate Sofia Collinelli che, dopo due sontuose stagioni tra le Juniores con i titoli su pista iridati e continentali, era attesa all’esordio nella categoria Elite con il team Aromitalia Basso. «È un periodo molto difficile per allenarsi. Nelle prime settimane di fermo avevo la possibilità di andare in bici in strada, anche se non sono sempre uscita e avevo già iniziato l’allenamento indoor. Era un permesso speciale che in regione avevamo solo io e i tre professionisti romagnoli (Pacioni, Belletti e Malucelli, ndr). Poi è arrivata la seconda stretta e da quel momento non è stato più possibile uscire all’aperto per allenarsi».
Da quel giorno l’unico panorama visibile durante le sessioni quotidiane è diventato quello del muro della cantina di casa. «Mi alleno una o due volte al giorno nella cantina perché fuori o è ancora troppo freddo o ci sono troppe folate di vento. Allenarsi sui rulli non è affatto semplice: ho iniziato con il ciclomulino e poi, fortunatamente, dopo due settimane mi sono attrezzata con Zwift (un simulatore virtuale, ndr). I primi giorni con il simulatore sono stati veramente divertenti perché in pratica in rete potevo confrontarmi con tanti altri atleti e la cosa era molto stimolante. Con il passare dei giorni l’entusiasmo iniziale è sparito ed adesso già dopo 30 minuti inizio ad annoiarmi». Il ritorno alle gare in questo momento appare un’ipotesi abbastanza remota, considerando che il blocco dell’attività è mondiale e che l’Uci stessa non ha ancora ipotizzato un calendario. «La cosa più difficile - prosegue l’iridata tra le Juniores - è allenarsi per il ritorno alle gare e non sapere quando questo potrà avvenire. Da lunedì scorso ho iniziato a seguire un percorso specifico che è mi è stato dato dai tecnici federali anche in un’ottica di corse su pista e di possibili manifestazioni internazionali. Resta il fatto è che al momento nessuno può dire quando la stagione ripartirà ed esiste anche la possibilità che l’intera annata sia irrimediabilmente compromessa. Da atleta è una cosa estremamente negativa ma, a voler trovare il bicchiere mezzo pieno, il blocco è arrivato nel miglior momento sul punto di vista sportivo. Sono al primo anno nella nuova categoria e, in pratica, sarebbe stato solamente un anno di ambientamento. Se il blocco fosse arrivato nella passata stagione sarebbe stato un disastro perché avrei perso il mio anno migliore nella categoria Juniores e probabilmente i titoli mondiali e continentali nell’inseguimento a squadre».
Prima dello stop forzato la Collinelli aveva già iniziato la stagione a metà febbraio del Dubai Tour. Considerando che si trattava dell’esordio stagionale e in categoria per la ravennate, il bilancio è stato roseo con due quinti posti conquistati nelle prime due frazioni della corsa degli emirati: «Aver già esordito nella nuova categoria - spiega Sofia - è stato un bene. Gran parte delle mie colleghe sono ancora in attesa della gara d’apertura stagionale e nel 2020 si sono solamente allenate. L’esordio mi ha permesso di rompere il ghiaccio e, l’aver fatto immediatamente risultato, mi ha permesso di guardare con fiducia alle prossime stagioni perché ho capito di poter essere competitiva da subito. Senza l’esordio di Dubai adesso avrei mille dubbi e l’attesa della prima corsa sarebbe stata spasmodica». Senza l’assillo delle gare per la Collinelli il prossimo obiettivo è la maturità con Sofia che sta frequentando il 5° anno presso l’istituto tecnico commerciale Ginanni di Ravenna. Anche in questo caso il Coronavirus ha scombinato completamente i piani: «Attualmente abbiamo 3-4 ore di scuola al giorno in videoconferenza. Personalmente mi trovo bene perché riesco a concentrarmi e, rispetto alla lezione in classe, ci sono molto meno tempi morti e quindi paradossalmente l’apprendimento è più rapido. Resta il fatto che non sarà semplice prepararsi ed organizzarsi per l’esame di maturità e che saremo probabilmente ricordati come quelli che fecero la maturità da casa. Quello che dispiace è che il Coronavirus ci ha tolto per sempre un momento importante delle nostre vite: la 5ª superiore è l’anno degli esami, della gita all’estero (che Sofia non avrebbe comunque fatto, ndr), delle feste e del saluto alla scuola. Il Coronavirus ci priverà di tutti questi ricordi».