Ciclismo, l'analisi di Davide Cassani su Baroncini e Tarozzi: «Filippo è sfortunato, Manuele deve trovare continuità»
Chi, se non Davide Cassani, l’ex ct della Nazionale, può raccontare i propri conterranei Filippo Baroncini e Manuele Tarozzi. Un parere autorevole da chi ha visto crescere i due giovani romagnoli oggi al secondo anno nel giro dei professionisti. «La carriera di Filippo è stata rallentata da tanti inconvenienti da quando è professionista - commenta Cassani - e ovviamente il riferimento è alle tre rotture del radio del braccio destro: è stato davvero sfortunato! Ma lo è stato anche nell’ultima gara, la prova in linea del Campionato Italiano, dove aveva le carte in regola per giocarsi la maglia tricolore (foratura ai -4 km dall’arrivo, ndr)». Nonostante i tanti mesi di convalescenza in questo anno e mezzo da professionista, le qualità di Baroncini sono ben note: «Vincendo il Mondiale U23 (24 settembre 2021, ndr), il suo apice della carriera dilettantistica, ha fatto capire a tutti quali fossero capacità, doti e caratteristiche che lo contraddistinguono. Ma non solo in quella occasione perché ripenso anche al Campionato Europeo e al Giro d’Italia. Penso quindi che tutta questa sfortuna abbia solo rallentato la sua carriera e sono assolutamente convinto che possa diventare tra i corridori più forti. Mi auguro solamente che
non dico abbia fortuna, ma almeno che non abbia sfortuna. Ha testa, gambe e cuore per poter diventare un grande atleta». La triplice rottura del radio ha rivelato una grande vulnerabilità del ciclista della Trek Segafredo: «Può darsi che lui, quando cade, sia portato a scivolare sul braccio destro piuttosto che su altre parti del corpo. La prima rottura credo gli abbia lasciato il segno e oggi sappiamo qual è il suo punto debole, lì dove è più facile che si rompa». Per chi ha guidato gli azzurri di ciclismo fino al 2021, Manuele Tarozzi è ancora più conosciuto visto che l’alfiere oggi della Green Project-BardianiCSF-Faizan è stato lanciato proprio dalla squadra ideata da Cassani, l’#inEmiliaRomagna Cycling Team: «Manuele è cresciuto con noi e lo conosco molto bene. Ha avuto la possibilità di diventare professionista ma
ha sempre avuto alti e bassi anche da dilettante. E questo è da sempre un suo punto debole. Quando ha la sua giornata, è capace di fare numeri veramente all’altezza. Ma ha anche dei momenti di down dove diventa un corridore normale, come tanti altri. È l’aspettato che certamente deve cercare di migliorare: trovare quella continuità, oggi essenziale nel mondo del ciclismo, che può permettere a lui di vincere anche in Europa e non solo in Africa (Tour di Rwanda, ndr). I numeri li ha tutti ma ha qualche up&down di troppo». (t.p.)