Ciclismo, il Mondiale "tocca" Riolo Terme: il percorso del 27 settembre promette scintille
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Andrea Bocchini
Quello che sembrava impossibile è diventato realtà. I Mondiali di ciclismo 2020 si disputeranno a Imola con l’autodromo «Enzo e Dino Ferrari» che ospiterà la rassegna ciclistica iridata e un suggestivo passaggio che toccherà anche il territorio faentino e più precisamente Riolo Terme. Ha vinto Imola perché nessuno poteva disporre di un autodromo protetto con enorme sala stampa e box. Ha vinto Imola perché il comitato è stato in grado di proporre un progetto serio e un circuito duro. Ma soprattutto ha vinto Imola perché la regione Emilia Romagna ha creduto nell’investimento nel ciclismo, sbaragliando la notevole concorrenza italiana. E adesso inizia l’impresa più grande: riuscire ad organizzare un evento che normalmente richiede un’incubazione di qualche anno. Il circuito già c’è e sarà, come richiesto dal’Uci, molto duro con quasi 5.000 metri di dislivello. Il ritorno del Mondiale a Imola era già stato paventato in diversi occasioni e il percorso proposto era sempre quello classico con l’autodromo e il circuito dei Tre Monti. Un circuito suggestivo, spettacolare ma con delle caratteristiche ben diverse dal mondiale svizzero che l’Uci chiedeva di sostituire anche come durezza del percorso. Ed è così che il comitato e soprattutto la fantasia di Davide Cassani si sono inventati un circuito pazzo attorno all’autodromo imolese. Un tracciato molto lungo di 28,8 km (9 giri per gli uomini, 5 per le donne) con due salite destinate a fare selezione con pendenze abbondantemente sopra al 10%: il Mazzolano e la Gallisterna, entrambe lunghe 2,7 km, mentre gli amanti del ciclismo dalle parti di Faenza attenderanno il passaggio del gruppo a Riolo. Se il Mondiale svizzero era chiaramente per scalatori, quello romagnolo, pur avendo un dislivello simile, è più adatto ai cacciatori di classiche o a corridori completi. Le salite sono dure ma corte, rendendo il circuito romagnolo più simile ad un Giro delle Fiandre che ad una tappa dolomitica del Giro d’Italia. Ed è ecco inevitabile la domanda classica, ma anche la più difficile: chi sarà il successore di Vittorio Adorni sul circuito di Imola? La risposta è tutt’altro che banale perché la stagione ciclistica 2020 è stata stravolta dal Covid e con essa programmi e preparazioni. Da quando il mondiale è stato trasferito a settembre, quasi sempre il vincitore è uscito tra i partecipanti alla Vuelta di Spagna. In questo pazzo 2020, la corsa a tappe spagnola è stata in pratica sostituita a livello temporale dal Tour de France ed è lecito pensare che i reduci dalla Grande Boucle avranno i favori del pronostico. E l’Italia? Il fuoriclasse si chiama Davide Cassani che del circuito iridato conosce ogni minimo dettaglio. Il suo arco è bilanciato e teso, mentre le frecce sono un po’ spuntate: il solito e intramontabile Vincenzo Nibali ci sarà, mentre è out Davide Formolo, che si è fratturato la clavicola al Tour