«Cibi freschi e industriali, il giusto mix per cani e gatti». Parla il nutrizionista Andrea Matteucci
L’alimentazione, oggi sempre più basata su cibi industriali e non freschi, può creare nei nostri animali domestici intolleranze o patologie, ecco alcuni consigli di Andrea Matteucci, consulente nutrizionale specializzato in diete base e specifiche, uno dei titolari del negozio di Ravenna a 0 a 4 zampe.
Quanto è importante una corretta alimentazione nel cane e nel gatto?
«Il codice genetico del cane e del gatto domestico non appartiene quasi più ai primati. La richiesta delle persone per varie razze e l’accoppiamento casuale di randagi ha portato all’indebolimento importante e tangibile del codice genetico che si ripropone in una modifica del microbiota intestinale e cutaneo, dunque le principali patologie quali dermatiti forti e gastriti sono di lunga più frequenti. Possiamo intervenire solo cercando un allevatore che rispetti il codice genetico e la mamma come fattrice, ma possiamo anche ridurre i rischi di patologie cutanee ed intestinali con l’alimentazione corretta suggerita da un professionista, sempre da preferire al consiglio di un amico. Ogni animale ha le sue peculiarità e anche l’alimentazione va studiata ad hoc per ridurre le possibili intolleranze. Avere un pet specialist che aiuta nell’acquisto del cibo giusto sin da quando l’animale è cucciolo e successivamente nelle varie fasi della vita è importante. Spesso ci si fa influenzare dalle pubblicità e da un marchio noto quando non sempre questo coincide con un alimento valido dunque farsi consigliare da un esperto è sempre la scelta migliore».
Oggi ai cibi industriali si aggiungono frutta e verdura, come mai?
«Aggiunti in ciotola freschi, frullati o lessati possono essere un insaporitore o un’integrazione. Sui packaging oggi vediamo immagini di ‘freschi’ perché aziende più attente cercano di far capire che le vitamine e gli additivi aggiunti al cibo vengono da cibo “reale” e non da una polvere di sintesi chimica che può essere più performante ma meno naturale. E’ importante preferire la crocchetta che vanta aggiunta di vitamine derivate da frutta o verdure fresche perché nel lungo periodo fegato, apparato urinario e reni possono appesantirsi per smaltire le polveri di sintesi chimica. Sui gatti o sui cani piccoli, infatti, le patologie urinarie sono in aumento».
Dove convivono cani e gatti quali problemi possono nascere se l’uno mangia il cibo dell’altro?
«E’ un problema che accomuna sempre più persone, ognuno, però, dovrebbe mangiare il proprio alimento: se il gatto, in modo continuativo mangia le crocchette del cane non assimila gli additivi che gli servono e che non sono presenti nel cibo per i cani; inoltre possono svilupparsi delle intolleranze. Posizionare la ciotola per il gatto in alto può essere utile per evitare che il cane possa raggiungerla. E’ più grave se il cane mangia continuativamente le crocchette del gatto perché queste hanno un contenuto di sali minerali più importante che, per il cane, possono essere troppi. Non solo, le crocchette da gatto hanno formule particolari dette “digest” che servono per aumentare ogni sei o sette mesi la loro appetibilità essendo il gatto un animale molto più esigente nell’alimentazione industriale. Ovviamente se il cane dovesse mangiare una volta il cibo per il gatto o viceversa non succederebbe nulla. Se invece un proprietario ha due cani o due gatti di cui uno con una patologia: il problema è diverso: in questo caso non si possono dare le stesse crocchette ad entrambi, ma va avvantaggiato l’animale patologico: è ovviamente sbagliato dare a entrambi cibo per una patologia renale o epatica perché l’alimento è specifico e risulta carente per un animale che sta bene. La soluzione è dividere gli animali in stanze diverse al momento della somministrazione del cibo oppure vigilare che ognuno mangi le proprie crocchette».