Cia Romagna, in duecento a Faenza sul post alluvione: danni ingentissimi

Romagna | 15 Giugno 2023 Economia
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Cia-Agricoltori Italiani ha scelto di incontrare a Faenza, zona fra le più colpite dalle alluvioni, gli associati di tutta la Romagna: dalle colline e dalle pianure di Ravenna, a quelle di Forlì-Cesena e di Rimini circa duecento le persone in presenza e circa quattrocento le visualizzazioni nel canale YouTube.
 Uno degli obiettivi dell’Assemblea di Cia del 9 giugno è stato quello di illustrare in tempo reale i primi provvedimenti del decreto emergenziale e riportare l’esito della Consulta agricola regionale svoltasi la mattina stessa del 9 giugno.  Oltre ad aver approfondito le misure relative alle agevolazioni esistenti, i vertici di Cia-Agricoltori Italiani hanno sottolineato quali siano le aspettative in prospettiva ed hanno messo in evidenza il lavoro fatto dall’Organizzazione nei tavoli istituzionali dedicati e quello svolto con le istituzioni fatte venire sul territorio direttamente per far vedere loro le situazioni in cui si trovano le imprese agricole colpite.
 Presenti i vertici Cia dei livelli nazionale, regionale e romagnolo: il presidente di Cia nazionale, l’emiliano-romagnolo Cristiano Fini e il direttore Maurizio Scaccia; il presidente di Cia regionale, il romagnolo Stefano Francia e il direttore Gianni Razzano; il presidente e il direttore di Cia Romagna, Danilo Misirocchi e Alessia Buccheri.
 In particolare è stata sottolineata l’urgenza dei decreti attuativi, la necessità di altri provvedimenti, di una legge speciale per l’agricoltura e lanomina del Commissario. Occorre snellire la burocrazia e renderla non vessatoria sulle imprese che devono ripartire, ricostruire, re-investire. Tra le questioni che preoccupano molto e sulle quali occorre pensare e lavorare Cia ha messo in evidenza: 
  • la collina, per la quale lo spopolamento da rischio diventa realtà se non si interviene subito e con un approccio ridisegnato. Non si può rifare come era prima delle alluvioni, non funzionerebbe.  
  • - La filiera ortofrutticola, a rischio scomparsa: già provata da gelate e, ironia della sorte, da siccità. Perdere questa filiera significa perdere l’indotto e perdere tutti.
  • - Creare le condizioni affinché nel caso in cui si dovessero ripetere eventi simili, le conseguenze e i danni possano essere molto limitati e più contenutirispetto a quanto accaduto. Questo perché Il fatto che siano stati eccezionali non esclude il loro riverificarsi.
L’obiettivo - ha ribadito Misirocchi - è creare le condizioni per salvare tutte le aziende, vogliamo riuscirci”.
 
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