Cesena, ecco il nuovo Pums, al centro la mobilità sempre più sostenibile

Il cambiamento passa anche attraverso la mobilità. È questo il tema portante delle 11 strategie che definiscono il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e relative all’integrazione tra sistemi di trasporto, sviluppo della mobilità collettiva, mobilità in sharing, rinnovo del parco veicolare e diffusione della cultura connessa alla sicurezza della mobilità.
Dall’avvio del percorso partecipativo, e grazie ai diversi incontri con i cittadini, gli stakeholders, e gli attori che vivono il territorio (scuola, Università, Associazioni, movimenti ambientalisti), sono emersi precisi bisogni che articolano la visione futura di città sulla base di tre dimensioni di intervento: spazi e servizi multimodali; scelte e comportamenti delle persone; governance (ovvero l’insieme degli interventi che mirano a costruire un efficace modello organizzativo per la pianificazione futura dei progetti e servizi di mobilità).
Con il Piano infatti si intende accelerare la rigenerazione già intrapresa degli spazi pubblici al fine di renderli multifunzionali – pensati e progettati per ospitare diverse funzioni e andare incontro alle diverse esigenze delle persone – e multimodali – organizzati per essere permeabili ai diversi modi di spostarsi in base al contesto.
Il PUMS, in base al contesto d’inserimento dello spazio nel territorio e la relazione con i luoghi presenti, propone nuovi “concetti di spazio pubblico” che mettano al centro la persona e che facilitino le relazioni. In sintesi, occorre riprogettare gli spazi di condivisione dando ampio spazio alle ZONE 30, al fine di moderare la velocità dei mezzi in un contesto urbano, e creando una nuova proposta di riordino degli spazi di circolazione: per pedoni, biciclette, trasporto pubblico locale, traffico veicolare e logistico.
Alla base della visione futura (anche costruita attraverso la redazione del Piano Urbanistico Generale, del Piano per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche e del Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile) c’è una città dove il sistema di mobilità non solo garantisce elevate condizioni di sicurezza e minore inquinamento ma dove l’organizzazione stessa degli spazi e delle destinazioni promuove forme di mobilità ‘attive’ a tutela del benessere della collettività. Con la redazione di questo Piano della mobilità l’Amministrazione comunale punta l’attenzione sulla tutela del clima e dell’ambiente sostenendo scelte energetiche a minor impatto, aspetti per altro fondamentali, e guarda alla città del futuro, promuovendone la bellezza e l’attrattività, la salute prodotta da stili di vita sani ed attivi, e la crescita economica, considerando aspetti di sviluppo socioeconomico che nuovi modelli di mobilità potranno portare, valorizzando anche il cicloturismo.
Le 11 strategie sono:
1. Rigenerare e rifunzionalizzare gli spazi urbani per promuovere una mobilità più sostenibile;
2. Migliorare le prestazioni (comfort, sicurezza, efficacia, accessibilità) delle diverse reti e servizi di mobilità;
3. Favorire l’intermodalità e l’integrazione tra i diversi sistemi di mobilità;
4. Promuovere il “diritto a non muoversi” attraverso l’accessibilità digitale;
5. Favorire l’elettrificazione e automazione della mobilità;
6. Raccontare il cambiamento che si intende promuovere tramite iniziative mirate;
7. Predisporre la società al cambiamento di abitudini e stili di mobilità;
8. Premiare il cambiamento nelle scelte sostenibili di mobilità;
9. Favorire la creazione di sinergie intra- ed interistituzionali per una programmazione e progettazione di qualità;
10. Migliorare la conoscenza sullo stato attuale e le esigenze future dell’accessibilità cittadina;
11. Governare il cambiamento del sistema della mobilità cittadina
Queste strategie sono articolate in 61 azioni nelle quali è data maggiore priorità agli interventi di gestione della domanda di mobilità e di riprogettazione delle infrastrutture e dei servizi esistenti, prima ancora della realizzazione di nuove infrastrutture e servizi al fine di: efficientare e razionalizzare la spesa pubblica, valorizzare il patrimonio esistente, limitare e mitigare gli impatti ambientali e altre esternalità negative. Nella definizione delle strategie e delle azioni il Piano tiene conto di tre differenti scale temporali degli interventi possibili: breve periodo: misure attuabili immediatamente o nell’arco di 1-3 anni; medio periodo: misure attuabili indicativamente nei prossimi 3-5 anni, lungo periodo: misure incerte, attuabili nell’arco di 10-20 anni.