Non è stato possibile sentire, perché nel frattempo deceduta, una donna che lavorava in un salone di parrucchiera, come indicato dal giudice. L'obiettivo era approfondire un racconto che le avrebbe fatto un'altra donna, a lei sconosciuta: quest'ultima aveva detto di aver visto, nel giorno della scomparsa di Cristina, la ragazza nei pressi del convento in compagnia di un uomo sui 50-60 anni, quasi completamente calvo e con pochi capelli brizzolati.
È emerso però che questo racconto riferito era già presente su un appunto di un sovrintendente della polizia ed "era già stato approfondito nel 1992" dagli organi investigativi e non aveva portato a esiti significativi. Questa donna che disse di aver notato una ragazza che "presumibilmente" era Cristina, venne segnalata anche in un colloquio dello stesso sovrintendente con il parroco di Ronta, che a sua volta l'aveva saputo da un frate del convento. Ma questa testimone l'avrebbe descritta (parlando telefonicamente col frate) come "ragazza mora, con capelli lunghi e di corporatura snella, senza occhiali da vista", particolari, sottolinea la Procura forlivese, "completamente estranei a quelli di Cristina Golinucci.