Cervia il Cardo delle sabbie si presenta al pubblico il 25 e 26 gennaio

Riccardo Isola - E’ il figlio della sabbia e dell’inverno. E’ bianco, croccante, dolce e «gobbo». Proviene da quel territorio che sulle tonalità delicate ha creato un racconto autentico di territorialità tutta da gustare. Basti pensare all’oro bianco di queste terre, il sale dolce di Cervia appunto. Una vera e propria «affinità elettiva», naturale e soprattutto territoriale che spiazza. Provare una costa di questo ortaggio con l’olio Evo, magari delle colline di Rimini Doc, e il sale dolce è esperienza veramente entusiasmante per il palato. Allo stato attuale questo ortaggio ha un solo «genitore», l’azienda agricola Fiori, che proprio sul quel primo litorale sabbioso affacciato sull’Adriatico continua una coltivazione che si tramanda, in famiglia dal 1931. Una produzione comunque bassa, e che non copre le richieste che ogni anno aumentano, che si sviluppa su 8/9 ettari di terreno e che danno vita a 400.000 piante all’anno. Ancora oggi viene coltivato con metodi artigianali tramandati da generazioni: lavorazione a esclusivamente a mano, dalla preparazione del terreno alla semina passando per la legatura, l’interramento fino alla preparazione del prodotto finale. Molto caratteristica è la fase di maturazione, lunga visto che dura dai 30 ai 40 giorni, che avviene sotto la sabbia. Un metodo che permette al cardo di Cervia di perdere il retrogusto amarognolo acquistando un’inconfondibile dolcezza. Il cardo bianco di Cervia sta acquistando sempre maggiore interesse dal mondo gourmand e dal mercato sia per le sue caratteristiche organolettiche sia per le sue peculiarità nutrizionali e salutistiche. Il «gobbo» romagnolo è un alimento molto versatile. Può essere utilizzato in un’infinità di preparazioni. Inoltre, per i suoi effetti salutari sull’organismo, che vanno dall’azione depurativa a quella digestiva fino ad arrivare a essere un potente antiossidante, è molto apprezzato. Oltre che fresco, quindi per il pinzimonio, questo straordinario figlio dell’inverno può essere degustato in composte al miele aromatizzato al cardo, nei liquori e caramelle arrivando alla possibilità di trovarlo in sughi pronti e paté. Infine, dal punto di vista nutrizionale, è ricco di fibre, sali minerali, vitamine del gruppo B2 e un bassissimo numero di calorie. Per cercare di far conoscere sempre di più questa primizia autentica e autoctona romagnola, nel centro storico di Cervia, sabato 25 e domenica 26, prende forma una festa entra in cui sarà possibile acquistare prodotti realizzati con il cardo e stand gastronomici per degustare ricette in cui il protagonista è questo particolare figlio della sabbia. Per maggiori info: www.cardodicervia.it.
In Romagna è imprescindibile provarlo nel Crescione
Ecco una ricetta «fast» per gustare il cardo bianco di Cervia. la ricetta è stata fornita dall’Azienda Agricola di Giuseppe Fiori di Pinarella di Cervia.
Ingredienti per 4 persone:
60 gr d strutto
1/2 kg di farina
sale grosso q. b.
bicarbonato (un pizzico)
1 kg di cardo cotto (bollito con sale)
2 salsicce
Preparazione
Preparare l’impasto per la piadina con gli ingredienti indicati. Cuocere il cardo di Cervia in acqua bollente salata. Scolare e passare in padella con olio e aglio. Tritare finemente. A parte cuocere 2 salsicce e saltarle in padella insieme al cardo. Dividere l’impasto della piadina in panetti di circa 65 gr l’uno. Dare a ciascuno una forma rotonda e stenderlo con il mattarello fino a ottenere dei dischi spessi circa 1 mm e di 20 cm di diametro. Disporre la farcitura su una metà del disco, facendo attenzione a lasciare almeno 1 cm dal bordo, quindi richiudere i dischi a mezza luna. Sigillare i bordi esterni pressando leggermente con i rebbi di una forchetta, poi cuocere su una teglia per piadina o su una padella antiaderente scaldata in precedenza. Dovranno cuocere alcuni minuti per lato. Servire i crescioni caldi o tiepidi.