Cervese, hotel a rilento: "Dal lunedì al venerdì calma piatta"

Silvia Manzani
«Questa è una stagione lenta, siamo terribilmente indietro. Il penultimo fine settimana di giugno abbiamo lavorato bene, raccogliendo anche tante prenotazioni per quello successivo. Ma per noi è stato come un week end di maggio». Roberta Penso, albergatrice di Milano Marittima Hotels, nonostante le difficoltà non ha però perso l’entusiasmo del lavoro: «Ogni cliente che chiama per prenotare per noi è una soddisfazione, la Romagna ha nel Dna lo spirito dell’accoglienza e della ripartenza, ce la dobbiamo fare. Stiamo respirando, tra le persone, molta voglia di vacanza e speriamo che chi soggiorna da noi e poi torna a casa, magari in altre regioni, racconti di questa normalità in parte ritrovata, facendo da passaparola». Chiaramente si naviga a vista: «La nostra clientela da tempo è formata per il 60-70% da lombardi, quest’anno invece la composizione è più variegata. Tra i lombardi c’è preoccupazione ed è comprensibile che sia così ma abbiamo notato che, una volta in spiaggia, si tranquillizzano nel vedere sanificazione e rispetto delle normative. Noi dal canto nostro dobbiamo fare il massimo per ricreare un clima di relax, non solo di protocolli e normative. Chiaro, il lavoro per noi è cambiato molto in termini di costi, procedure, burocrazia. Ma siamo concentrati sul ripartire e sul ricevere ancora, dalla gente, fiducia».

«COLPA DEL COVID?»
Sulla stessa linea d’onda Monica Ciarapica (nella foto), titolare dell’Hotel Commodore di Cervia e presidente provinciale Confesercenti: «Dire che stiamo ripartendo è una parola grossa, il fine settimana di inizio estate abbiamo lavorato molto, addirittura non riuscendo a esaudire tutte le richieste. Ma il problema si pone nei giorni infrasettimanali, che sono ancora troppo calmi. Il punto è capire se questa situazione è imputabile alla crisi sanitaria o ha a che fare, invece, con una dinamica che a giugno abbiamo visto anche lo scorso anno. Solo che adesso, oltre a essere partiti in grande ritardo, dobbiare fare i conti con questo oscillare delle prenotazioni». Gli altri punti oscuri sono una scarsissima domanda dall’estero e le prospettive per luglio e agosto: «Le richieste ci sono ma si convertono in prenotazioni ancora troppo di rado. Speriamo comunque di poter riavere indietro, nei due mesi centrali, quello che non abbiamo avuto finora. Io sono abbastanza tranquilla, personalmente vengo da un grosso intervento di ristrutturazione che mi ha consentito di aprire solo l’11 giugno, dunque forse è prematuro fare bilanci. Ma sarà una stagione particolare per tutti».

«QUALITÀ COMUNQUE»
Ne è convinta anche Paola Brunelli, titolare dell’hotel Luxor di Milano Marittima (nella foto): «Rispetto alle aspettative con le quali eravamo partiti sta andando decisamente meglio ma tra settimana è tutto molto tranquillo, a differenza del fine settimana: il 20 e 21 giugno abbiamo, in effetti, lavorato moltissimo». Per quanto riguarda le prenotazioni per luglio e agosto, in generale la ripresa è molto timida, con un pienone atteso per Ferragosto, quando secondo l’albergatrice molti andranno in vacanza perché in ferie obbligate: «Per quanto riguarda, invece, l’estero, ci sono solo alcune conferme di qualcuno che aveva riservato per tempo ma, in generale, non ci sono nuove richieste da parte degli stranieri». Brunelli resta comunque ottimista: «Quest’anno per noi è una grande sfida, cerceheremo di fare del nostro meglio, valorizzando quel poco movimento che ci sarà per continuare offrire comunque un servizio di qualità alla clientela storica». E qui si apre il grande tema del lavoro: «Essendo molto scarichi dal lunedì al venerdì, si rischia di utilizzare poco il personale. Ma la nostra scelta, sobbarcandoci costi più alti, è quella di non rinunciare a soddisfare chi soggiorna da noi. Certo, la botta si sente: basti pensare che i guanti monouso per la sanificazione sono introvabili, se non a un prezzo più che triplicato rispetto a prima».