Cava, gli ambientalisti proseguono la loro lotta per «chiudere» il sito

Romagna | 30 Ottobre 2021 Cronaca
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Sandro Bassi - Finalmente, dopo mesi di attesa, è stato reso noto lo studio commissionato dalla Regione per valutare l’eventuale proroga alla Saint-Gobain Italia che gestisce la cava di gesso a Monte Tondo, a Borgo Rivola.

LO STUDIO
Lo studio è stato condotto da un’associazione di imprese su aspetti geologici e di impatto ambientale (flora, fauna e paesaggio), ma anche socio-economici e normativi di una situazione assai complessa che vede da una parte la Saint-Gobain, richiedente la proroga (temporale e spaziale) e dall’altra gli ambientalisti che vorrebbero porre fine alla distruzione di Monte Tondo; in mezzo ci sono i lavoratori e che, compreso il cosiddetto indotto (trasportatori, fornitori, ecc.) ammontano a circa 115 unità, con relative famiglie. In estrema sintesi lo studio prefigura quattro possibili scenari, dal più radicale (chiusura della cava il prossimo anno) che «creerebbe un evidente e gravissimo problema occupazionale», fino al più permissivo (ampliamento dei limiti di cava e larga concessione di gesso estraibile), che comporterebbe alterazioni ambientali irreversibili. Lo studio non fa mistero di «ritenere auspicabile» lo scenario B: un compromesso con concessione alla cava di altri dieci anni in cui però andrebbero studiati tutti i possibili mezzi (riconversioni industriali o produttive, mitigazioni varie) per minimizzare i problemi occupazionali con la cessazione delle attività. Gli ambientalisti fanno presente che «lo studio B, se da un lato ha il pregio di contenere l’area di scavo nei limiti esistenti, dall’altro contrasta con le norme del Parco della Vena del Gesso (in cui la cava occupa un’area contigua, ndr) che vietano ogni modifica a tutti i fenomeno carsici superficiali o sotterranei». La decisione ora è della Regione.

INCONTRO AL MALMERENDI
In un’affollatissima Sala Malmerendi si è tenuta una conferenza del geologo Jo De Waele (Università di Bologna) su «Motivi per conservare, o no, una grotta nella Vena del Gesso». De Waele ha illustrato le peculiarità dei fenomeni carsici nei gessi e ha spiegato che «per la scienza le cave non sono solo negative: prova ne siano gli importanti fossili a Brisighella nella cava Monticino, tuttavia c’è il rischio che le cave, oltre agli habitat naturali, distruggano grotte di importanza primaria come sta avvenendo nei rami profondi del “Re Tiberio” che non si limita alla parte turistica, ma si estende per oltre 3.5 km». Quanto al rischio che un’eventuale proroga alla cava pregiudichi il riconoscimento Unesco, De Waele ha chiarito che «dopo il celebre episodio dei Buddha di Bamiyan, distrutti nel 2001 dai Taliban, l’Unesco chiede norme di protezione per gli ambienti cui concede il proprio riconoscimento e ciò crea un contrasto con la cava».  
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