Birgül Göker - Leggere per ballare è il titolo di un progetto culturale che promuove la lettura e la danza tra i giovani. Nel dettaglio, gli studenti di varie scuole leggono un libro per poi trasformarlo in un balletto per le scuole di danza. Ne parliamo con l’ideatrice Rosanna Pasi, insegnante di lettere in pensione, oggi presidente della Federazione nazionale delle associazioni delle scuole di danza.
Cosa è il progetto Leggere per ballare?
«Io sono cresciuta in un periodo in cui la società chiedeva alla scuola di insegnare ai ragazzi a leggere, scrivere, fare di conto. Oggi la società chiede anche altro alla scuola, nel senso che ci sono tanti altri linguaggi che si sono sviluppati nel tempo, per esempio il linguaggio televisivo, il linguaggio cinematografico, il linguaggio musicale. Nel frattempo la scuola è rimasta ancorata alle sue materie, alle sue discipline senza prendere in considerazione questi linguaggi. Nei vari territori si sono costituite tante associazioni che ci provano ad affronatre queste sfide. I bambini vanno a scuola la mattina e svolgono diverse attività il pomeriggio. Secondo me bisogna mettere in relazione questi momenti della formazione pensati separati e questo deve essere l’obiettivo della comunità educante. Il mio obiettivo è l’allargamento dell’orizzonte culturale dei ragazzi e per questo parto dalla lettura facendola incontrare poi con la danza».
Quindi i ragazzi vengono invogliati alla lettura con lo spettacolo teatrale di danza?
«Leggere è un’attività molto difficile, perché prima di tutto i ragazzi hanno bisogno di saper decodificare i segni. Poi nel libro ci sono diversi universi mentali e culturali che non sempre riescono ad andare d’accordo. Quindi leggere è fatica, perché chi legge deve capire quello che legge e deve capire anche il punto di partenza dell’autore. Noi vogliamo che i ragazzi si avvicinino il più possibile alla lettura, per questo ho attivato questo progetto Leggere per ballare. La scuola lo legge con i suoi linguaggi verbali e io lo rileggo con i linguaggi performativi, quello della musica e quello della danza».
Come e quando è nata l’idea di mettere insieme letteratura e danza?
«L’idea è nata tanti anni fa. Quando io insegnavo era partita la proposta del teatro per i ragazzi. Qui mi ero accorta che in quel teatro la danza non c’era. Allora mi sono rivolta alle scuole di danza locali e ho fatto nascere una rete. Le scuole associate alla Federazione nazionale delle associazioni delle scuole di danza fanno parte di questo progetto. Il progetto poi viene seguito artisticamente da Arturo Cannistrà con un gruppo di professionisti. Ovviamente coinvolgiamo anche i teatri e gli enti locali. Negli anni con il passa parola siamo arrivati da Torino fino a Reggio Calabria e in Sardegna».
Quali sono i libri letti e ballati per questo progetto?
«All’inizio abbiamo privilegiato dei temi molto semplici come le favole. Da un po’ di anni abbiamo introdotto temi a carattere sociale, come malattie psichiatriche di adolescenti, violenze sulle donne, diritto di voto alle donne. Adesso lavoriamo sul tema del benessere declinato sul concetto della corretta alimentazione. Nel frattempo ho costituito un’altra associazione che si chiama “Fare leggere tutti” per avvicinare i ragazzi alla lettura».