Castello, i genitori proseguono la protesta per avere la quarta prima: «Siamo famiglie di serie B?»

Romagna | 27 Agosto 2021 Cronaca
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Riccardo Isola - Non si placa la polemica e l’indignazione delle famiglie castellane per la decisione presa, ormai a due settimane dal suono della campanella, per il nuovo anno scolastico diventata quasi definitiva, dal provveditorato agli studi di Ravenna, di non concedere la quarta prima classe per le elementari dell’istituto “Bassi”. Da febbraio i genitori avevano iniziato a chiedere con forza che le classi, per l’anno scolastico 2021/2022, fossero quattro, due a tempo normale e due a tempo pieno, come quelle esistenti visto il numero più che sufficiente di bambini e bambine pre-iscritte. «Una richiesta di buon senso e di qualità della formazione per i nostri figli che evita le cosiddette classi pollaio e soprattutto porta a un risparmio sulla gestione della organizzazione della quotidianità scolastica visto che, lo stesso sindaco Della Godenza, ha più volte affermato che senza la quarta classe per spostamenti e gestione degli spazi l’aggravio sulle casse comunali si aggirerà sui 30 mila euro in più» ha più volte rimarcato il comitato di genitori. Comitato che nelle settimane scorse ha anche realizzato una protesta in piazza a cui avevano aderito anche il sindaco, gli assessori e diversi altri rappresentanti delle istituzioni locali.
La cosa che fa arrabbiare e rende la cosa «a dir poco surreale» è che le risorse a livello nazionale sono le stesse dell’anno scorso: sia in termini economici sia di organico. «Dalle tabelle scaricate sul portale del Ministero - spiega Franco Valenti, uno dei genitori - nell’anno scorso con 30 classi erano stati definiti organici per 50 persone, quest’anno con 29 classi l’organico non scende visto che è sempre da 50 persone, ma scendono le classi. Di conseguenza avremo tre realtà con 23, 24 e 25 bambini, con una media di 22, mentre sempre in media, nei restanti territori ravennati, questa si abbassa. Inoltre – aggiungono – la stessa direttrice scolastica Pamela Ausili, all’inizio del percorso, si era detta concorde con la possibilità e necessità di avere quattro classi, per poi cambiare idea nel corso dell’evoluzione della situazione». Altra questione che lascia sbigottiti i genitori castellani riguarda il dietrofront del dirigente dell’Ufficio scuola ambito territoriale di Ravenna, Paolo Davoli su casi «analoghi» successi a Cervia, Ravenna, Roncalceci, dopo una presa di posizione ferma dello stesso sindaco Michele De Pascale. Cosa non successa con la stessa posizione tenuta da quello castellano Luca Della Godenza. «Perché – si chiedono i genitori – si è deciso di tenere due pesi e due misure per lo stesso problema, con conseguenze negative solo per noi? Siamo forse famiglie di serie B?».
In definitiva e con tutti gli interrogativi aperti del caso, la questione rimane ancora fortemente incerta sul futuro, qualitativo, dell’insegnamento nei territori di periferia, magari ancora di più se si trovano a chilometri di distanza dal capoluogo provinciale.
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