Sandro Bassi - Al di là delle presenze istituzionali, il 28 luglio arriverà il presidente della Regione Stefano Bonaccini a inaugurare la restaurata corte, bisogna dire che il Molino Scodellino di Castel Bolognese, da rudere abbandonato e vandalizzato che era (vent’anni fa), è diventato luogo accogliente, curatissimo e con una vita culturale sua, ma programmata non in uno «splendido isolamento» bensì tessendo rapporti con un’infinità di altre realtà culturali, vicine e lontane.
Oggi il Molino si presenta rinnovato dentro e fuori: dentro è stato ripristinato nelle sue funzioni - anche grazie ad un accordo con Molino Naldoni che ha fornito tutto ciò che serviva per le norme di legge - e nei suoi arredi, gradevoli pur nella loro sobrietà, e fuori ha acquistato l’aspetto di una autentica oasi: ai preesistenti ippocastano (centenario), sambuco, pioppi neri, mandorlo e robinie (ma tutti qui le chiamano “acacie”), sono stati affiancati aceri campestri, olmi e spaccasassi, per ombreggiare quella corte dove una modestissima porcilaia è stata interamente recuperata per ospitare ambienti di servizio: bagni, cucina, magazzino, una saletta conferenze, eccetera.
A ripensare anche solo a vent’anni fa – tutto in malora, giusto la pregevole targa devozionale in maiolica sulla facciata prelevata appena in tempo per esser messa al sicuro nel Museo Civico del paese – questo assume il sapore di una scommessa e di una sfida.
«E’ vero - dice Rosanna Pasi, presidente degli Amici del Molino Scodellino (associazione di volontariato che ha in gestione il tutto) e prima ancora vera produttrice vulcanica di idee ed iniziative, tutte motivate dall’amore per il luogo - ma io parto dal seguente ragionamento: il Molino è un’eccellenza per Castel Bolognese e oserei dire per l’intera Romagna perché è integro nella sua struttura trecentesca, è l’unico dei sette che sorgevano sul canale a funzionare ancora e, infine, a cavallo com’è della via d’acqua, in un’isola di verde e di ombra, è un gran bel posto; quindi da sempre cerco di fare per lui - adesso lo penso come una persona - delle iniziative culturali un po’ particolari …»
Quali?
«Tantissime. Per limitarci all’immediato, tutti i lunedì sera di luglio cinema all’aperto curato dalla “Pietro Costa” e dagli “Amici del Senio” e in più il programma “Prosenio” di teatro, danza, musica e canto lirico: prossimo appuntamento sabato 17 luglio con Michele Merola che si esibirà sul palcoscenico (anch’esso appena allestito nella corte, ndr) all’aperto, sotto le frasche e sotto le stelle; poi, subito dopo, la Corale Gazzotti con “Anima Mundi” venerdì 23 luglio, sempre alle 21».
Tuttavia, andate anche «in trasferta», vero?
«Sì, o meglio, siamo convinti che da soli non si vada da nessuna parte e che sia necessario rapportarsi con altre realtà, in questo caso quelle accomunate dal Canale dei Molini: ecco allora che lunedì 2 agosto siamo nel meraviglioso cortile di Casa Biancini, nella centralissima via Pallantieri, in centro storico a Castello, per “Dannatissimo Dante: una lezione spettacolo per tradurre l’Inferno” e venerdì 8 invece saremo a Solarolo in Piazza Gonzaga per “Assai furioso Orlando”, di e con Marco Baliani».
Rosanna, ha fatto venire l’Orchestra Toscanini di Parma, è in contatto con promotori enogastronomici internazionali come con associazioni di normalissimo volontariato locale e insomma lo Scodellino, da rudere che era, è sempre più apprezzato: per celebrarvi matrimoni – il Comune lo propone in alternativa alle proprie sale - come per fare spettacoli, dimostrazioni, concerti ... Qual è il segreto per questa rinascita?
«Intanto che sono circondata da volontari bravissimi. Poi, ripeto, che crediamo in azioni corali, non isolate. Lavorare con altre realtà, private o pubbliche, locali e non, è stimolante oltre che produttivo. L’ultima idea, in ordine di tempo, dopo aver avuto l’autorizzazione a vendere la “Farina del Molino Scodellino” molita presso di noi dal Molino Naldoni, è produrre un nuovo tipo di pasta: gli Scodellini. Sembrava una stupidaggine buttata là così e invece un imprenditore metalmeccanico a cui ho parlato e che giusto sei mesi fa è venuto qui per celebrare i suoi cinquant’anni di matrimonio, mi ha telefonato ieri per annunciarmi che la macchina da lui progettata apposta per gli “Scodellini” è pronta».