Sandro Bassi - Ben 17 autori, di oggi e di ieri, sono rappresentati nella mostra «Ave Maria» che si tiene da domenica 5 a mercoledì 8 dicembre al Molino Scodellino di Castel Bolognese (orario continuato 10-18, ingresso libero). «Siamo alla terza edizione -spiega Rosanna Pasi, presidente dell’associazione di volontariato che si prende cura del trecentesco monumento - e stavolta abbiamo chiesto a Gianfranco Budini, ceramista e concittadino, di radunare il meglio dell’arte sacra locale con questo tema legato alla devozione popolare mariana». «I temi religiosi sono ormai quasi in disuso - aggiunge Maria Grazia Morganti che si è occupata del catalogo - eppure questo di Maria è universale e anche qui vediamo, accanto alla grande tradizione figurativa del passato, il desiderio di trovare strade nuove, ad esempio con Guido Mariani, recentemente scomparso e di cui questa è l’ultima opera, una sorta di testamento spirituale».
Accanto a Mariani, ci sono le varie interpretazioni di Gianfranco Budini, Romano Cortesi, Mirco Denicolò, Angeliki Drossaki, Luciano Laghi, Daniela Marchioni, Alberto Mingotti, Mirta Morigi, Cesare Ronchi, Aldo Rontini e Maria Cristina Sintoni. Per i maestri di ieri ci sono cinque maioliche, sempre policrome e con iconografia classica della Vergine che tiene in braccio il Bambino: di Angelo Biancini, Riccardo Gatti, Domenico Matteucci, Pietro Melandri e infine una rara rappresentazione figurativa di Carlo Zauli, eccezione al suo linguaggio di norma aderente all’astratto e all’informale. Naturalmente si tratta di un’occasione per visitare l’intero Molino Scodellino - l’allestimento coinvolge la sala principale ma anche altri ambienti - che mantiene i caratteri architettonici originari (del Tre-Quattrocento), arredi romagnoli del primo Novecento, una cornice campestre di pace e di natura e che infine, grazie alle attrezzature fornite dal Molino Naldoni, è tornato oggi a molire e può quindi vendere le farine di propria produzione.