Castel Bolognese, al cinema Moderno i corti «mai visti» di Valentino Bettini e «Zorz Town» di Stefano Martini e Carlo Alberto Nenni

Romagna | 30 Novembre 2022 Cultura
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Federico Savini
«Si tratta di film demenziali e voglio proprio fare un invito al pubblico a “non” tentare di capire. Già viviamo in un mondo assurdo, impossibile da capire, del tutto illogico, non vedo perché il cinema dovrebbe avere un qualche senso…». Benvenuti nel mondo di Valentino Bettini, che se non facesse ridere solo pensarlo dovremmo definire a tutti gli effetti un «agitatore culturale» del territorio creativamente vivace di Castel Bolognese, dove il suo esempio come frontman dei leggendari Koppertoni e cineasta passato alla storia del Demenziale italiano almeno con il lungometraggio Mosquito, ha lasciato tracce in colleghi più giovani e impressionabili. Tra questi Carlo Alberto Nenni (che fra le altre cose quando gli va suona la batteria nei Koppertoni) e Stefano Martini (che anche quando non gli va lavora in biblioteca), autori di Zorz Town, cortometraggio di ambientazione western rurale che sarà il piatto forte della serata di mercoledì 30, quando alle 21 il cinema Moderno di Castel Bolognese proietterà non solo questo breve film di 40 minuti ma anche una selezione di corti più e meno vecchi di Valentino Bettini.
«Diciamo che io do il patrocinio a Stefano e Carlo - commenta sornione Valentino -. Faccio cortometraggi dal 1993 e fino al 2008 ha messo insieme una produzione mica piccola. Però al Moderno proietteremo cose solo relativamente vecchie, che partono dal 2000. Parliamo di videoclip, tra cui uno di una canzone cantata da Valeria Cavina, cortometraggi “poco definibili” e anche qualche spot pubblicitario. Uno in particolare è stato visto in pubblico una volta sola, al teatro Masini durante un saggio di danza a cui avrei voluto partecipare ma in quel periodo mi ero messo in testa di andare a Capo Nord in motorino. Così, la sera della proiezione ero in Norvegia, tra i fiordi, ma mi arrivarono le reazioni del pubblico, entusiasta».
La produzione cinematografica di Valentino Bettini fa parte di un’età ormai eroica del cinema amatoriale, di un gusto per l’artigianalità e il surrealismo che ha molto poco a che fare con l’odierna estetica dei social network. Tanto che su YouTube si trova poco della sua produzione, sul canale Koppertoni Official Band, che ad esempio ospita gli episodi della serie I Postatomici. In questi giorni Valentino sta peraltro lavorando a un nuovo, ambiziosissimo e immancabilmente ancora una volta indefinibile progetto. «Non so neanche cosa sia - dice lui stesso -, non un corto, non un film. Sarà un’esperienza visiva nuova. Un cartone animato sequenziale, in stop-motion, con immagini girate a distanza di 15 giorni l’una dall’altra. Il risultato sarò io immobile o alle prese con gesti semplicissimi mentre tutto attorno si muoverà velocissimo. A differenza di Roger Rabbit, che umanizza i disegni, diciamo che io “marionetterò” le persone vere…».
Ma la vera attrazione della serata sarà la prima assoluta di Zorz Town di Stefano Martini e Carlo Alberto Nenni. «Non so nemmeno dire se sia un film vecchio o nuovo - Nenni comincia bene… -. La genesi risale a 12 anni fa, un lavoro dai tempi dilatati tipo C’era una volta in America, che per pigrizia non abbiamo mai proiettato, fino a che Valentino e la nostra manager Valeria Cavina non ci hanno obbligato. Diciamo che una trama pretestuosa lega insieme alcuni cortometraggi western demenziali, con colonna sonora a nostro carico, a parte la Casta Diva cantata da Maria Callas. Abbiamo girato nelle nostre campagne, in vecchi ruderi e con attori improvvisati; Stefano è anche uno dei protagonisti. Nei prossimi mesi lo metteremo su YouTube, sul canale della casa di produzione Ilfiottofilm. Il nostro marchio di fabbrica è la "controregia", firmata in questo caso da Stefano Ballardini. Questa nostra tecnica cinematografica prevede che alle indicazioni dei registi agli attori si contrapponga sempre l’opinione del controregista, che noi non condividiamo mai. È parte del processo creativo, serve per disorientare gli attori. Il nostro è un cinema puro, senza compromessi estetici».
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