Casola Valsenio, slitta al 21 novembre l’arrivo della slovena Gordana Beltram, commissaria Unesco

Romagna | 11 Novembre 2022 Cronaca
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Riccardo Isola - Un po’ a sorpresa e a pochi giorni dalla data fissata per la visita ufficiale dell’Unesco in regione, si scopre invece che questa data non sarà rispettata. Si parla di uno slittamento per questioni personali della stessa commissaria, la slovena Gordana Beltram, di qualche settimana. La nuova finestra di visita dovrebbe così essere dal 21 al 28 novembre. In questa finestra però saranno confermati gli incontri tra la stessa commissaria e le istituzioni regionali, il primo giorno infatti sarà accolta a Bologna dallo stesso presidente Stefano Bonaccini, per poi passare direttamente al settaccio tutti e sette i siti candidati che da Reggio Emilia arrivano a Rimini e che hanno come comun denominatore la Vena del Gesso. Nel terrotorio faentino, fautore primo con il Parco regionale della canddatura colletiva emiliano-romagnola, la stessa Beltram dovrebbe risiede, a Riolo Terme, per tutti e sette i giorni. Sempre a Riolo, a brisighella e nell’alto territorio della Vena, quindi al confine con Casola, si dovrebbero tenere gli incontri con i portatori d’interesse: ambientaliusti, speleologi, sindacati, amministratori operatori economici.

SITUAZIONE TESA
Al di là della visita, la situazione della candidatura Unesco per la Vena del gesso rimane tesa. I fautori e promotori dell’iniziativa, racchiusi all’internbo di un Comitato tecnico scentifico di emanazione regionale, si sono trovati di fronte a un fuoco incrociato proveniente dai sindacati dei lavoratori dello stabilimento della Saint-Gobain, dall’amministrazione comunale casolana e dagli agricoltori che a più riprese hanno evidenziato anomalie, mancato confronto con loro e non «trasparenza nei cambiamenti apportati sull’iter finale di approvazione del dossier di candidatura». Dissidi che dovrebbero trovare risoluzione, i più ottimisti almeno la pensano così, proprio nei vari incontri che si terranno nel territorio durante la visita. Un auspico e un invito, visto che tutti hanno sempre sostenuto come «la candidatura Unesco è quella che abbiamo condiviso, sostenuto e promosso nel 2019».

GLI AGRICOLTORI
Per quanto concerne il mondo agricolo a prendere la parola sulla questione della candidatura Unesco e sul ruolo del comparto nell’area della Vena del Gesso è la Coldiretti. «Intendiamo evidenziare alcune considerazioni sia sul metodo che sulla sostanza della candidatura. In primis – scrivono dai vertici provinciali - vogliamo evidenziare come siamo chiamati ad esprimerci su una proposta di istituzione di cui non conosciamo contenuti, obbiettivi e perimetrazione. A fronte di ciò una domanda ci sorge spontanea: a titolo preventivo non c’è stato nessun tipo di
consultazione, non è stato fatto nessun confronto, non abbiamo ricevuto lo studio di proposta, come potremo fornire quel parere che dovrebbe nascere da una attenta disamina della proposta stessa?». Per gli agricoltori poi «per questa evidente carenza di informazioni, ci impedisce di dare un parere, visti i risvolti che tale istituzione avrà sul territorio, sulle imprese agricole e sulle proprietà. Ricordiamo che oltre il 90% del territorio è di proprietà privata, e per questo vogliamo sapere quali vincoli o limitazioni avranno le attività agricole, fra cui ricordiamo la selvicoltura e le proprietà dei nostri associati?». Ed ancora «il territorio coinvolto se è stato giudicato idoneo alla istituzione di una riserva Unesco è grazie alla conservazione e gestione che proprietari e agricoltori  hanno da sempre svolto nel tempo. Riteniamo quindi che il loro coinvolgimento sia più che mai  opportuno. Troppo spesso abbiamo assistito a vincoli e limitazioni territoriali calate dall’alto, da chi abita nel comfort della città, senza le minime considerazioni delle esigenze di chi per secoli ha curato quei territori. Come Organizzazione – chiude la Coldiretti - non siamo contro per principio, ma riteniamo che una consultazione preventiva debba essere svolta, come deve essere fatto ogni qualvolta che si parla di ambiente e territorio, dove riteniamo di essere i primi attori ad dover essere coinvolti, come rappresentanza del mondo agricolo, ribadendo il concetto che l’agricoltore è il primi custode di quel territorio e ambiante in cui vive e lavora».
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