Casola Valsenio, Marco Unibosi è il nuovo presidente della Pro loco: «Serve la collaborazione del paese»

Jacopo Venturi - Marco Unibosi, professore del liceo Torricelli-Ballardini di Faenza ed ex vicesindaco e assessore della sua città natale è il nuovo presidente della Pro Loco di Casola Valsenio, associazione impegnata nella promozione turistica attraverso storici eventi come la Festa di Primavera. Quest’anno però le preparazioni sono state complicate da un clima di particolare astensionismo da parte dei volontari in fase di rielezione e si è temuto il peggio per le attività nei mesi a venire. Fortunatamente il consiglio è poi stato formato e Unibosi ha accettato per il «bene di Casola Valsenio» la carica principale all’interno del direttivo, ma non prima di aver messo in chiaro la sua prospettiva riguardo al futuro dell’associazionismo casolano.
Come si è arrivati alla situazione di stallo di fine anno scorso?
«A cavallo tra dicembre e gennaio, con l’avvicinarsi della scadenza del mandato del precedente consiglio della Pro loco erano state convocate alcune assemblee per l’intera cittadinanza per raccogliere idee, proposte e candidature in vista delle successive elezioni, tuttavia senza riscuotere grande successo. La comunità casolana era stata messa in guardia sulla possibilità di cancellazione dell’intera programmazione degli eventi in mancanza di volontari disponibili a rimboccarsi le maniche e fortunatamente l’appello ha funzionato».
Da chi è composto il consiglio che ha risolto l’impasse?
«In sostanza dopo aver proceduto all’elezione delle cariche, tra cui quella di vice presidente (Giorgio Sagrini), tesoriere (Chiara Zaccaroni) e segretaria (Selena Pederzoli), abbiamo creato un gruppo composto anche da Loredana Nati (responsabile cucina), Irene Lelli e Federico Bianchi, meglio conosciuto come Biagio (magazzino e logistica), Franco Albonetti, Piero Dall’Osso, Alessandro Faziani, Claudio Geminiani, Marco Menni, Antonio Quarneti, Michele Rinaldi Ceroni e Giovanni Tagliaferri. Adesso sono pronto a mettermi in gioco anche se è un campo che non è del tutto mio: la mia principale occupazione rimarrà l’insegnamento, quindi c’è bisogno di intraprendenza da parte di tutti».
Il nuovo direttivo si pone più in continuità con il precedente o ci saranno cambi di rotta circa la promozione turistica di Casola? Quali le missioni per un paese sempre più fragile di fronte allo spopolamento?
«Fin da subito, abbiamo chiarito all’assemblea generale e ai casolani gli intenti – o meglio, prerogative - del nostro mandato: avvicinare nuovi soci e intensificare i legami già esistenti con i volontari, per coinvolgerli, responsabilizzarli e collaborare, per scongiurare la possibilità di ritrovarci al punto di partenza. Prossimo è un incontro con i commercianti e le diverse anime della comunità per raccogliere proposte ed esigenze sulla promozione turistica. Un’idea sarebbe quella di sviluppare proposte legate all’outdoor e al patrimonio naturalistico e sentieristico del nostro pre Appennino, visto che negli ultimi anni sono state compromesse dalle frane alluvionali».
Qual è il punto della situazione con la Festa del Tartufo e la quella di Primavera? Ci saranno novità?
«Anche per questo siamo ancora in fase di ricognizione di idee ed energie. L’obiettivo sulla prima, in programma per il 9 marzo (a breve alcuni annunci sulla programmazione sui nostri social), è quello di arricchire la proposta gastronomica a tema e organizzare possibilmente laboratori ed escursioni al mondo dei funghi e del tartufo. Per la seconda, invece, l’obiettivo è quello di prolungare il più possibile la permanenza durante la sfilata diurna, che quest’anno andrà in scena il 25 aprile, con spettacoli, stand e mercatini prima e dopo il main act, oltre a fare il punto della situazione con i l’associazione Carri Aps che realizza i carri di gesso e di pensiero e i sopracitati commercianti per la notturna del prossimo 3 maggio».
Quale sarà la programmazione estiva?
«Tutto si basa sulla stimolazione reciproca delle menti volenterose di dare il proprio contributo per non veder accadere di nuovo quello che stava per succedere. Per ora c’è ancora carta bianca, ma abbiamo voglia di imparare e costruire assieme importanti occasioni di ritrovo soprattutto per chi normalmente non passerebbe di qua».