Casola Valsenio, il cantiere dei Carri di gesso  è partito con decine di giovani impegnati

Riccardo Isola - E’ una delle feste più antiche della Valle del Senio. Esattamente l’anno preciso della sua prima edizione è difficile saperlo. Quello che è certo è che la «Festa dei carri di Gesso e di pensiero» di Casola Valsenio, dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia, ritorna. Ritorna però in una data differente. Rispetto al tradizionale appuntamento di aprile-maggio, questa volta la doppia sfilata dei mega carri allegorici si sposta a giugno. Precisamente domenica 12 giugno con la sfilata diurna e sabato 18 giugno con quella, spettacolare, in notturna. Come tradizione tre i carri, costruiti da altrettante società, per lo più formate da decine di giovani del paese e di quelli vicini, che si sfideranno a suon di vertiginose architetture, potenti allegorie e sofisticati costumi di scena. Le realtà che realizzano questi monumenti metaforici in movimento sono: «Sisma», «Nuova Società peschiera» ed «Extra». Da qualche settimana il cantiere, quest’anno allestito nel piazzale alle porte del paese lungo la via principale, via Roma, ha preso vita. Tutto parte da un carrello di ferro sul quale i progettisti innalzano la loro struttura. Si tratta di opere realizzate come tradizione impone: legno, ferro, «grisolo», e tanto tanto gesso. Negli ultimi anni, anche per assecondare le pretese progettuali e architettoniche sempre più avveniristiche e sofisticate, si è optato anche per l’utilizzo di lastre di cartongesso. Materiale che non manca da quelle parti visto, al di là delle polemiche ambiental-politiche che in questo articolo non ci interessano, che oltre alla Vena del Gesso, con la sua cava, vede presente anche un’impresa, la Saint-Gobain, che è leader internazionale in questa tipologia di materiale da costruzione. Forme che si stagliano in cielo su uno scheletro di assi di legno, di pali e di intrecci studiati alla perfezione, anche per una decina di metri. Forme, spazi, piedistalli che dovranno poi sorreggere i figuranti, rigorosamente immobili, per tutta la sfilata. A tenere saturata forma e sostanza di questo linguaggio popolare e artistico c’è, ogni anno, un tema differente. Ogni società, infatti, sviluppa attraverso la struttura, i personaggi e una relazione scritta che accompagna il proprio argomento metaforico, quasi sempre preso dall’attualità, in modo serioso e profondo. Non si tratta qui di un carnevale con i tradizionali carrri, bensì una vera e propria narrazione popolare che si rende tridimensionale e leggibile per tutti attraverso estro, fantasia e carpenteria di altissima qualità. Un appuntamento più che centenario che travaliga generazioni, eventi ed epoche storiche  rinnovandosi, anno dopo anno.