Casola, Paolo Marchignoli, autotrasportatore racconta la quotidianità nelle zone rosse

Romagna | 22 Marzo 2020 Cronaca
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Riccardo Isola - «Se mediamente una qualsiasi nostra operazione di carico e scarico può durare un’oretta, al massimo un’oretta e mezza, ora a causa del Covid-19 come minimo ne impieghiamo dalle quattro in su. C’è una preoccupazione, più che sensata e realistica per carità, che si taglia con il rasoio e che ha ovvi risvolti nella gestione quotidiana del lavoro». Questo è quello che accade, ogni giorno, a chi in tempi di Coronavirus, non ha mai smesso di lavorare e girare per l’Italia, zone rosse comprese e soprattutto. Stiamo parlando degli autotrasportatori e dei camionisti. In questo caso specifico la testimonianza arriva dal casolano Paolo Marchignoli, pilota di bestioni lunghi anche 32 metri e pesanti diverse tonnellate, i famosi «Trasporti eccezionali». «Il mio lavoro - commenta lo stesso Marchignoli raggiunto durante un viaggio proprio nelle zone rosse del nord Italia - è l’elogio della lentezza. Essendo autotrasportati di mezzi speciali, i trasporti eccezionali, abbiamo regole ferree dalle quali non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo trasgredire. Volano multe salatissime oltre al rischio di vedersi sospesa la patente e il fermo del mezzo. Oltre a percorsi assolutamente prestabiliti, e non mi dilungo a elencare il marasma di possibilità che ci tocca vagliare per realizzare un tragitto, cosa che invece non succede per esempio per la Spagna, la Francia o la Repubblica Ceca, la nostra velocità di crociera non supera mai i 50 km orari. Se non siamo lenti noi…». Se questa è la normalità lo è anche in questo periodo.
Così le merci non si fermano nemmeno in tempo di Coronovirus, questo, detto anche da chi è a macinar chilometri sull’asfalto tutti i giorni potrebbe, forse, provare a tranquillizzare anche chi in questi giorni sta, insensatamente, prendendo d’assalto gli scaffali di iper e super mercati. Lo conferma anche Marchignoli che sta in queste ore difficili e preoccupanti consegnando pezzi importanti «made in China, tanto per farlo a posta» nel cuore della zona rossa lombarda. «Sto attraversando l’autostrada che da Verona porta fino a Milano e da giorni vedo solo colleghi in fila lungo le corsie dell’autostrada. Macchine, se non quelle delle forze dell’ordine, praticamente non se ne vede nessuna. Del resto se devi rimanere a casa, a casa ci devi stare. Da quando è scattata l’emergenza - aggiunge - il mondo del trasporto non si è mai fermato. E non parlo solo dei generi sanitari o di prima necessità. Fuori dal lunotto ho visto e sto vedendo la normalità del comparto. E va bene così». E non succede solo in Italia. «Assolutamente – spiega l’autotrasportatore – ho dei colleghi che stanno consegnando in Spagna e in Francia. Ai confini, di fatto, non ci badano proprio. Si passa e via si prosegue per la consegna fino alla meta».
Non mancano però le difficoltà. «Con le regole che abbiamo - sottolinea - le soste sono imposte. Rinfocillarsi però è un problema, se non ti sei fatto preventivamente la scorta alimentare, visto che praticamente tutti gli autogrill, salvo in questi ultimi giorni dove ci sono alcune eccezioni riguardo all’apertura degli spazi, sono praticamente chiusi. Anche solo una doccia diventa difficile, per non dire impossibile. Per il resto - prosegue - si mangia e chi lo fa, si dorme, in cabina. Qualsiasi contatto anche con i colleghi avviene per lo più tramite il cb, la radio che ogni camionista e autotrasportatore ha nel proprio mezzo. Le operazioni di carico e scarico ci vedono continuamente dover alternare momenti di uscita dalla cabina a rientri forzati quando altri operatori sono imprescindibili per espletare le funzioni necessarie. Lo sappiamo che è per una fase di emergenza ma questo è quello che succede». Tutto è così più rallentato. «Del resto - conclude Marchignoli - pur rendendoci conto che non si può fermare con superficialità il sistema del commercio e della logistica, anche se vediamo come molte fabbriche e industrie hanno deciso di chiudere temporaneamente, i disagi ci sono e continueranno a trascinarsi anche superata la fase d’emergenza. Siamo forti, siamo italiani e ce la faremo, come sempre. per il resto avanti, con lentezza, ma avanti tutta». 
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