Casola, centinaia di persone in piazza: «La tutela dell’ambiente e del lavoro non devono essere in contrapposizione»

Romagna | 09 Febbraio 2022 Cronaca
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Riccardo Isola - «Il lavoro non si tocca!», «Ambiente e lavoro possono convivere» e ancora «Non si gioca con la dignità di 140 persone» fino ad arrivare a «Difendiamo la nostra vallata», erano solo alcuni degli slogan riprodotti in cartelli che centinaia di manifestanti, provenienti dai paesi della valle del Senio, hanno mostrato sotto il palco di piazza Sasdelli. Un momento di ritrovo, promosso da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, in difesa dell’occupazione delle 140 persone che, direttamente e indirettamente, sono coinvolte nel processo produttivo legato all’estrazione del gesso nella cava di Monte Tondo, oggi unico polo estrattivo di questa materia a livello regionale, e della lavorazione nello stabilimento di cartongesso di Casola Valsenio di proprietà della multinazionale Saint-Gobain. Una manifestazione a difesa dell’occupazione che, quest’ultima, sembra essere messa in discussione dal fuoco amico chiamato proprio «Vena del Gesso». O meglio dalla presa di posizione del mondo ambientalista e speleologico che da diversi mesi invoca il rispetto di un patto che una ventina di anni fa venne sottoscritto dalle istituzioni e dall’allora proprietà della cava e dello stabilimento che avrebbe visto, in estrema sintesi, la definitiva chiusura dell’attività estrattiva. Il tutto ulteriormente amplificato dall’arrivo della candidatura a patrimonio Unesco del territorio compreso all’interno del Parco della Vena del Gesso romagnola, i cui confini, però, non sono ancora certi di quali realmente potranno essere.  

ISTITUZIONI E CITTADINI UNITI
Domenica scorsa, nella principale piazza casolana, i lavoratori e le lavoratrici della valle, accompagnati dalle rispettive famiglie, ma anche simpatizzanti, cittadini oltre che, ovviamente, ai rappresentanti sindacali, delle Rsu e dei primi cittadini dei territori coinvolti nella filiera, si sono dati appuntamento per ribadire il concetto che «il lavoro, il futuro di queste comunità e la tutela del paesaggio e dell’ambiente non sono e non devono essere messe in contrapposizione per questioni ideologiche». Lo spiega bene Vanda Poggiali, delegata Rsu dello stabilimento casolano: «la cava rappresenta l’1% della superficie della Vena del Gesso e non fa parte del parco, dichiarala e vederla come il mostro assoluto è una visione distorta e faziosa della realtà».

LA POSIZIONE DEI SINDACATI
«Chi mette in contrapposizione lavoro e tutela della Vena del Gesso non solo sbaglia, ma si pone in modo antistorico rispetto a quello che è oggi l’estrazione del gesso in questo territorio» affermano le tre sigle sindacali presenti sul palco casolano. Non solo. Roberto Martelli, della Fillea Cgil, sottolinea che la «favola» o «chimera» che dir si voglia che molti ambientalisti e speleologi raccontano a sostegno delle proprie tesi legate alla tutela ambientale che vedrebbero nel riconoscimento della Vena del Gesso all’Unesco un volano economico e occupazionale alternativo a quello estrattivo «è un racconto fuori dal tempo e fuori dalla storia visto che 140 operai, e rispettive famiglie, non potranno mai nel breve periodo trovare impiego, risorse e sostentamento nell’ambito economico legato alla ricettività indotta dal turismo». Della serie: se vogliamo vivere nel mondo delle favole... viveteci, ma non a discapito di 140 famiglie!

GLI INTERVENTI DEI SINDACI
«Diventa sempre più importante - hanno sottolineato i sindaco Giorgio Sagrini di Casola Valsenio e Alfonso Nicolardi di Riolo Terme – che a livello nazionale si metta a punto una concreta azione per la promozione e valorizzazione del sistema di gestione per la raccolta del cartongesso dismesso. A Casola Valsenio - hanno proseguito - ci sono tutte le possibilità perché venga creato un polo di interesse nazionale e anche grazie all’interesse della Regione, si sta già lavorando in tal senso. Per far questo servono anche interventi sulla viabilità della casolana-riolese, in parte già realizzati e in parte in via di definizione, oltre al fatto che sarà fondamentale il nuovo casello autostradale di Castel Bolognese. Per evitare lo spopolamento e quindi il conseguente esodo delle persone dalla vallata - chiosano - serve il lavoro e la prospettiva del futuro, altroché pensionamenti e chiusure». Alla manifestazione era presente anche il presidente dell’Unione della Romagna faentina, Massimo Isola il quale ha sottolineato come «le istituzioni dell’Unione sono tutte a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici perchè dietro questa produzione c’è un destino fondamentale di occupazione, sviluppo e quindi di futuro anche dell’Unione faentina».
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