Canzoni e dischi nuovi e «quasi nuovi» per i musicisti di casa nostra

Romagna | 01 Aprile 2022 Cultura
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Federico Savini
L’ultima volta che abbiamo fatto il punto sulle uscite discografiche (o forse sarebbe meglio dire «sugli streaming digitali»…) dei musicisti di casa nostra, beh, non solo è stato parecchio tempo fa, ma l’antifona era che il distanziamento sociale e l’impossibilità di esibirsi dal vivo li avevano praticamente costretti a chiudersi fra quattro mura per comporre e poi incidere nuove canzoni. Non a caso, il cantautorato ha finito per spiccare tra i generi più fecondi in pandemia. Ora però, tutti quei dischi nuovi e meno nuovi (nelle prossime righe parleremo anche di cose uscite sei mesi fa) si affacciano a una stagione che verosimilmente vedrà la ripartenza dei concerti, e così i loro autori potranno organizzati veri e propri tour promozionali, per suonare in pubblico appunto le loro canzoni nuovissime, ma anche quelle solo «nuovine», di fatto mai uscite da internet.
Ad esempio l’attivissimo Bruno Dorella - che in giugno vedremo all’Almagià con il gruppo nanou nel nuovo progetto musical-coreografico Paradiso - comincia in questi giorni a portare in giro per l’Italia «Reset», il nuovo album dei Bachi da Pietra, con il cantautore Beppe Succi e il bassista Marcello Batelli, per una nuova declinazione della loro roccioso formula, vicina al rock declamato dei Massimo Volume, ma con la capacità di abbozzare anche ritornelli quasi pop. Il videoclip di Bestemmio l’universo parla chiaro sull’indole del gruppo.
Che è decisamente lontana dal tocco gentile del cantautore di Bagnara Andrea Grossi, che nelle scorse settimane è rispuntato (centellina sempre molto le uscite) con il videoclip del nuovo brano Casa, una delle cose più pop da lui partorite.
Cantautori talentuosissimi si sono mossi nei mesi scorsi dall’area collinare folivese, ma Giacomo Toni è una vecchia conoscenza anche in provincia di Ravenna. Il suo terzo album «Ballate di ferro» è in circolazione dall’autunno ma ancora aspetta una promozione vera e propria, visto che il livello dell’ispirazione e della qualità musicale qui è davvero massimo. Assai vicino a Toni, in ogni senso, tanto da averci anche collaborato, è il chitarrista folk, liutaio e melodista dalla vena estrosa Giulio Cantore, che sull’album «Di casa e altre avventure» firma un gioiello di cantautorato bucolico, nolentemente contemporaneo e bonariamente controcorrente.
Aspetta ancora di essere suonato dal vivo anche «Vis», album dell’eclettico cantautore e agitatore culturale ravennate Gianluca Viscuso. Ancora una volta un album breve e spoglio, ma sempre ispirato per questo folletto del pentagramma. «Vis» mette in fila memorie anni ‘80 e contaminazioni kraut, spalancando lati oscuri niente male, anche (forse soprattutto) quando si parla d’amore.
Atmosfere più algide e nostalgiche per Nevica, ossia il moniker cantautorale del ravennate Gianluca Lo Presti, anche fonico al LotoStido 2.0 e produttore, alle prese con melodie circolari, echi di Battiato, elettroniche trame quartomondiste e tappeti strumentali à la Dead Can Dance, in odor di new-wave, ma emulsionati in una glaciale chiave esistenzialista.
Più tradizionale se non altro a livello di timbriche, ma sempre a suo modo ardito (sia perché nasce da una formazione acustica con due contrabbassi, sia perché trattasi di canzoni assolutamente nuove, scritte da chi è molto a suo agio con il repertorio della tradizione e delle canzoni di protesta) è «Libertà e malinconia», nuovo disco di Paola Sabbatani, (che lo presenterà sabato 2 al Mama’s a Ravenna), realizzato con musicisti di vaglia come Roberto Bartoli, Tiziano Negrello e Daniele Santimone. Un lavoro maturo e complesso, frutto di una lunga fermentazione in anni di insegnamento e frequentazione di palchi, tra l’intimismo delle memorie dolorose e mai raccontate, i confronti generazionali e il retaggio, palpabile, nella canzone «impegnata»; un disco prezioso e in questo caso nuovissimo.
Non poteva poi mancare il rap, che sul nostro territorio ha visto soprattutto riaccendersi le luci del Cisim, con Moder che qualche mese fa ha rilasciato l’ep ««Acrobati», che prende la forma di una Grafic Novel a puntate. «Durante la pandemia ho capito che non posso non scrivere - ha scritto Moder sui social -. Grazie alla musica ho imparato chi sono e ho sempre un posto dove rifugiarmi. Una via d’uscita esiste sempre».
A proposito di rap, i mesi scorsi hanno visto l’emersione del giovane rapper di Cervia Spiro - alias Simone Giannattasio -, particolarmente attivo con i video su YouTube. L’11 marzo è uscito l’album «Forget», che cerca di sintetizzare un percorso musicale lungo anni, incentrando il disco sulla paura di essere dimenticati, sulla fuga dall’omologazione e sul vuoto dell’esistenza. «Non vi dirò che tutto è iniziato per gioco perché per me la musica non è mai stata un gioco - dichiara il rapper -, ma un modo per dare forma e sostanza al mio dolore, al mio odio e alla mia rabbia. ‘Forget’ esorcizza la paura dell’oblio dopo la morte».
Radiofonico in modo più convenzionale è invece Ruggero Ricci, cantante e vocal coach del lughese che prosegue a rilasciare singoli pop, da Bombe Atomiche di qualche mese fa (prodotto con un’elegante filigrana electro-dance a sostegno di un testo decisamente più profondo della media radiofonica) fino al recente È un’altra notte, un funky up tempo impreziosito da eleganti sfumature elettroniche, per dare sfogo ad un encomio liberatorio e frizzante, cavalcando la melodia per raccontare di una rivalsa personale dopo la fine di una relazione.
Aspettano da tempo di portare in giro le tracce del nuovo album «The Breath Of A Whale» i faentini MoMa, grazie a un sound corposo, che è rock ed elettronico in egual misura, per raccontare di pandemie, cambiamenti climatici, sogni mancati e invecchiamento. È infine un’ anteprima l’ultima notizia, relativa ai casolani Il Quarto Stato, con il loro moderno folk-rock, che sono pronti a registrare un nuovo album, proprio in questi giorni, al Pms Studio di Alfonsine.
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