Candidatura Unesco dei Gessi romagnoli, dopo la visita della Commissaria, verdetto nell’estate 2023

Romagna | 03 Dicembre 2022 Cronaca
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Riccardo Isola - Si sono chiusi, la settimana scorsa, gli incontri che la commissaria Unesco, la slovena Gordana Beltram, ha tenuto sul territorio regionale. Un viaggio che l’ha portata in tutti e sette i siti presenti nelle quattro province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna, precisamente Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale, che compongono la candidatura dei fenomeni carsici nelle evaporiti e nelle grotte gessose dell’Emilia Romagna (unica candidatura italiana per il 2023), per verificarne l’idoneità a fregiarli del prestigioso appellativo. L’ultimo incontro, per aunqto concerne il Parco della Vena del Gesso romagnola, si è tenuto venerdì scorso, alle 18 all’interno della Rocca di Riolo Terme. In questa occasione il confronto è stato fatto tra la comissaria e le parti sociali, i commercianti, gli agricoltori e i sindacati. Tema: il dossier, l’iter e loro posizioni relative alla candidatura Unesco. 
Tre ore di confronto in cui sono emersi i punti di forza e situazioni in chiaroscuro, soprattutto a causa di una «forzatura fatta dal comitato tecnico scientifico non espressamente e chiaramente dichiarata nell’atto di approvazione dei consigli comunali del 2021 nell’allargamento della candidatura ai territori di Reggio Emilia e Rimini, riguardanti lo spostamento dei confini sulla Vena del Gesso» sottolineano le parti in causa, su una candidatura che in questi ultimi tempi sta dividendo molto le comunità, soprattutto in merito alla questione cava di Monte Tondo. Poche ore prima, nella giornata di giovedì scorso, la stessa Beltram ha avuto modo di conoscere le posizioni del mondo degli ambientalisti, degli speleo e delle varie associazioni che in modi differenti sono comunque legate al Parco della Vena del Gesso romagnola. Qui tutte le associazioni ecologiste e ambientaliste presenti hanno mostrato grande coesione e unità di intenti, appoggiando incondizionatamente nei loro interventi la candidatura». Non è stato così però nel pranzo, avvenuto il venerdì successivo, con le amministrazioni comunali dove perplessità sono state espresse, in modo diretto e senza tanti giri di parole, dal sindaco di Brisighella, Massimiliano Pederzoli soprattutto per il mancato coinvolgimento sociale nell’intero iter di creazione del Parco regionale prima e nella candidatura Unesco poi e dal primo cittadino di Casola Valsenio, Giorgio Sagrini, in questo caso relative alla questione legata alla necessità che non venga messa in discussione la continuità estrattiva a Monte Tondo.
Nell’incontro di venerdì sera gli agricoltori e lavoratori della cava di gesso e dello stabilimento Saint-Gobain, sono stati fortemente critici nei confronti dell’iter di realizzazione del dossier di candidatura. Su tutti a preoccupare ci sono i confini legati al perimetro della cava e quindi alla possibile sopravvivenza dell’attività estrattiva del gesso. Non a caso una cinquantina di agricoltori con trattori e dipendenti della Saint Gobain si sono appostati nella piazzetta antistante la Rocca con bandiere e cartelli, anche in lingua inglese, chiedendo tutele per il lavoro, per il futuro e soprattutto sulla necessità che sia «maggiore trasparenza e coinvolgimento nelle decisioni che riguardano una superficie tutelata che per il 90% è su proprietà private». Presidio nel quale si è fermata, al suo arrivo la stessa Bertam, per ascoltare le motivazioni dei presenti, poi ufficializzate dai rappresentanti nella riunione a porte chiuse.Alla luce di tutto questo Beltram dovrà realizzare una relazione sullo stato dell’arte che sarà successivamente sottoposto alla Commissione vera e propria di Parigi. Organismo che nei primi mesi del prossimo anno dovrà dare il via libera o negare il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità.
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