Campiano, morte Molducci: l'indagine è partita da una trentina di ricette contraffatte
Si è aperto il 3 maggio in Assise, davanti alla corte presieduta dal giudice Michele Leoni, a latere la collega Antonella Guidomei e 9 giudici popolari, il processo per la morte di Danilo Molducci, medico di base in pensione deceduto in circostanze sospette il 28 maggio 2021. Per la sua morte sono stati rinviati a giudizio il figlio Stefano e la badante Elena Vasi Susma che, secondo l'accusa, lo avrebbero avvelenato con farmaci. Malato da tempo, Molducci aveva assunto nel 2019 una badante che lo aiutasse sia a rassettare casa che andasse a comprargli i farmaci che lui si autoprescriveva.
29 PRESCRIZIONI FASULLE
A inizio 2021 i responsabili delle Farmacie comunali ravennati 1 ed 8 avevano segnalato ai carabinieri decine di prescrizioni anomale di farmaci intestate a Danilo Molducci. Così, su richiesta dei colleghi ravennati, il 26 maggio 2021, i carabinieri di Filetto avevano effettuato una perquisizione nella casa del medico di Campiano dove avevano trovato e sequestrato diverse scatole di farmaci insieme a ricette ancora in bianco con il timbro di Molducci. A questa perquisizione ne erano seguite altre, dopo il decesso del medico. «Abbiamo accertato come la vittima avesse fatto più accessi al pronto soccorso per abuso di farmaci, in primis benzodiazepine- ha sottolineato Danilo Morelli della squadra mobile bizantina- così abbiamo sottoposto a perizia grafologica le 29 ricette consegnateci dalle farmacie ed è emerso che erano state contraffatte: molte erano state scritte dal figlio di Molducci, altre dalla badante». E mentre era in corso l'indagine sulle ricette il medico è morto così la Procura, volendo vederci chiaro, ha bloccato le esequie, disposto l'autopsia ed aperto un fascicolo per omicidio.
UN OMICIDIO PREMEDITATO
Secondo l'accusa, l'omicidio del 67enne è stato ordito dal figlio Stefano per impossessarsi del patrimonio del padre. Da accertamenti è emerso come l'imputato non sia mai stato occupato e viva a Castrocaro in una casa di proprietà con sua madre, ex moglie della vittima, il figlio piccolo e la compagna, anch'essa mai risultata occupata. Secondo le indagini della polizia, completate dagli accertamenti patrimoniali della guardia di Finanza, a ridosso della morte del padre, Stefano ha prelevato tra i 40 e i 50 mila euro dal conto del padre. E nei 4-5 mesi successivi, ha nuovamente preso circa 450 mila euro al bancomat con prelievi quasi giornalieri sotto ai mille euro. E' quindi economico il movente individuato dalla Procura: temendo che il padre potesse togliergli la delega per operare sui suoi conti avrebbe scelto di ucciderlo. La vittima, a inizio 2021, evidentemente resosi conto che qualcosa non tornava, aveva assunto un investigatore privato di Trento, forse per essere certo che non avesse conoscenze in zona e non potesse venire influenzato nel suo lavoro. E l'investigatore aveva scoperto che davvero qualcosa non quadrava nei conti dell'ex medico: mancavano diverse centinaia di migliaia di euro e, dai suoi risparmi ben 1,8 milioni di euro. Purtroppo, però, non è riuscito a informarlo: quando l’ha chiamato la mattina del 28 maggio 2021 per comunicargli l’esito del suo accertamento è stata la badante a rispondergli al telefono: Molducci era appena morto.