Calcio, Rivalta e i gioiellini ravennati che ha visto crescere a Cesena: «Casadei assomiglia ad Ambrosini, Raimondo può ricordare Lautaro»
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Luca Alberto Montanari
Li conosce piuttosto bene per un semplice motivo: sono cresciuti tutti insieme nello stesso posto e sotto lo stesso tetto. Il ravennate Claudio Rivalta oggi è il tecnico dell’Under 17 della Spal, ma fino al 2018 ha lavorato nel settore giovanile del Cesena, da dove hanno preso il volo Cesare Casadei, Samuel Giovane e Antonio Raimondo. Mentre loro crescevano come calciatori sui prati verdi di Villa Silvia, il “calciatorificio” per eccellenza di Cesena, Rivalta cominciava a prendere le misure al suo nuovo lavoro dopo un’eccellente carriera cominciata proprio con la maglia bianconera.
Rivalta, cominciamo da Casadei. Ce lo descrive?
«Non l’ho mai allenato, ma l’ho spesso osservato con grande curiosità a Cesena e negli ultimi anni all’Inter. E’ un centrocampista con ottime capacità tecniche, davvero molto qualitativo. Nel suo percorso di crescita è sempre stato bravo a interpretare il gioco, ha qualità di leadership importanti e negli ultimi anni è sbocciato anche fisicamente. La sua struttura gli permette di essere devastante negli inserimenti e di sentire la porta. Già un anno fa in Primavera aveva fatto bene, quest’anno è definitivamente sbocciato. Dovessi paragonare a qualcuno, cresciuto come lui nel Cesena, direi che Casadei è un Ambrosini con maggiore qualità. Oggi è un profilo di altissimo livello, un giocatore potenzialmente da A, uno dei 2003 migliori d’Italia».
A proposito di 2003, Giovane lo ha invece allenato a Cesena. Che tipo di giocatore è diventato?
«E’ un altro profilo di primissimo livello, un giocatore intelligente, tecnico, con carisma e una forte personalità. E ha un pregio: sa giocare in tanti ruoli, tanto che quest’anno ha fatto pure il terzino, anche se il suo ruolo naturale è centrocampista centrale. Sono curioso di vederlo con i grandi, perché dei tre è quello che è sbocciato prima».
Paradossalmente, l’unico ad aver debuttato in A (2 presenze) è stato Raimondo, che ha un anno in meno rispetto a Casadei e Giovane.
«Antonio è un attaccante di movimento, che sa anche segnare. E’ nel giro delle nazionali giovanili come gli altri due, ha esordito anche da titolare in A quest’anno, sa gestire e difendere bene la palla. Bisognerà capire quando sarà con gli adulti se riuscirà ad avere continuità di prestazione e soprattutto di gol. Mi ricorda Lautaro Martinez, ma con meno velocità».
Quale consiglio darebbe ai tre ragazzi, che lei conosce molto bene, e magari a chi li allena oggi?
«Più che un consiglio, un dato di fatto. L’errore più grosso sarebbe non aspettarli e non dare loro la possibilità di sbagliare. Questo vale per Casadei, Giovane, Raimondo e tutti gli altri ragazzi che si affacciano al calcio dei grandi, naturalmente».