Calcio, la storia di Fabio Spighi, da Fusignano alla serie A con l'Empoli: "Un sogno, fino a ieri la guardavo in tv"
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Luca Alberto Montanari
Anche il cittadino più famoso di Fusignano aveva cominciato quasi per caso, affacciandosi timidamente al calcio nei ritagli di tempo serali, prima da modesto difensore e poi da allenatore nella squadra del proprio paese. Oggi Arrigo Sacchi si rilassa dall’alto dei suoi onorevoli 75 anni, trentanove in più di Fabio Spighi, nato ufficialmente a Lugo, ma fusignanese come il più grande innovatore del calcio moderno in Italia.
L’INIZIO
A 19 anni Spighi ha cominciato a fare il preparatore atletico quasi per caso, a 33 anni ha conosciuto Alessio Dionisi, a 36 anni, cioè oggi, è stato promosso in serie A. Nello staff tecnico dell’Empoli, che ha appena vinto il campionato di B dopo una cavalcata trionfale, si parla romagnolo grazie a questo preparatore atletico nato nel 1985 e residente proprio a Fusignano, una culla di talenti: «Sì, io sono fusignanese come Arrigo Sacchi. Da ragazzino - racconta Spighi - ho giocato a Fusignano fino alla Juniores, poi ho scelto di smettere per continuare a studiare e quindi mi sono fermato al massimo in Seconda categoria. A 19 anni sono andato a lavorare al Low Ponte (storica società ravennate di Ponte Nuovo, ndr): al pomeriggio mi occupavo dei Pulcini e alla sera curavo la preparazione atletica della prima squadra con Beppe Pregnolato allenatore. La mia carriera è cominciata così, quasi per caso».
LA TELEFONATA
Dopo una lunga gavetta, da Urbino a Cervia passando per Cesenatico, la prima svolta è arrivata con una telefonata da Imola: «Sono entrato nell’Imolese, che era in Eccellenza, e al primo colpo abbiamo vinto i playoff con Farneti, salendo in serie D». Ma l’anno che cambia la vita a Spighi è il 2018, quando l’Imolese si affida ad Alessio Dionisi: «Non lo conoscevo personalmente, ma solo da avversario perché nella stagione precedente ci siamo sfidati in D quando lui allenava il Fiorenzuola. La squadra era pronta per un campionato di vertice in D, ma ad agosto veniamo ripescati e saliamo in Lega Pro. L’obiettivo era salvarsi, ma alla fine siamo andati a un passo dalla B, eliminando il Monza di Galliani ed entrando nella storia dell’Imolese, che non era mai arrivata così in alto». Nell’estate 2019 le sirene della B arrivano al Galli e Dionisi sceglie di accettare la proposta del Venezia, naturalmente ad una condizione: avere come preparatore atletico Fabio Spighi, con il quale l’intesa è ormai totale. «Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto e per me è stato anche un colpo di fortuna - ammette Spighi - ma poi penso di essere stato bravo ad adattare il mio lavoro al suo modo di allenare. La cosa più difficile tra un allenatore e un preparatore è l’incastro e il nostro incastro è stato perfetto. Alessio è un martello pneumatico sempre acceso e questo è sia il suo difetto che il suo pregio. A Venezia abbiamo lavorato molto bene e la scorsa estate siamo andati ad Empoli, dove in questa stagione abbiamo riportato la squadra in serie A al termine di un campionato davvero fantastico».
LA SERIE A
Per Spighi, al netto delle vittorie e di una lunghissima striscia senza sconfitte, il vero problema ha riguardato la convivenza con il Covid, che peraltro ha colpito l’Empoli proprio poche settimane fa: «Il Covid ha tolto le emozioni e l’adrenalina. Ho cominciato la B con la gente allo stadio per tre mesi e le emozioni che ho provato in certi stadi pieni fatico a raccontarle. Quest’anno, invece, è stato come giocare un anno al Comunale di Fusignano… Il Covid destabilizza a livello fisico e anche emotivo. Non tutti siamo uguali, alcuni calciatori si fanno condizionare di più, altri di meno. Dal punto di vista fisico, è assodato che qualcosa ti tolga, ma alla fine siamo riusciti a superare tutti i problemi e a vincere con merito. Questa vittoria mi porta per la prima volta in A, se ci penso è un sogno che si realizza perché fino a tre anni fa il calcio lo guardavo in televisione». Il 22 agosto comincia la A, lei dove si vede? «Abbiamo un altro anno di contratto a Empoli, questo è un posto ideale per lavorare. Quindi dico ancora qua, insieme a Dionisi, sulla panchina degli azzurri».