Calcio, l'ascesa di Matteo Prati, dal Benelli alla B da titolare: «Nel Ravenna è cresciuto con noi»

Romagna | 23 Aprile 2023 Sport
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Luca Alberto Montanari
Chi nasce a ridosso del 25 dicembre spesso ricorda, con un velo di rassegnazione, di essere «vittima» ogni anno dello stesso destino: ricevere un solo regalo, comprendente il Natale e il compleanno, da amici e parenti. Matteo Prati è nato il 28 dicembre, ma due giorni prima del suo ultimo compleanno ha ricevuto un regalo ben più prezioso e ingombrante, che attendeva dall’inizio di questa stagione e probabilmente dall’inizio del suo percorso: il debutto da titolare in Serie B. Dopo aver assaggiato il campo tra settembre e ottobre, con una ventina di minuti racimolati contro Bari e Cosenza, il centrocampista ravennate della Spal è stato lanciato in campo dal primo minuto da un certo Daniele De Rossi, uno che di mediani se ne intende. Oggi De Rossi non allena più il club estense e al suo posto c’è un altro campione del mondo come Massimo Oddo, ma il destino di Prati non è affatto cambiato: una volta entrato in campo, l’ex mediano del Ravenna non è più uscito. Classe 2003, cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Cesena, dall’estate 2018 (dopo il fallimento del club bianconero), Prati è tornato… a casa, nella squadra della sua città, entrando in punta di piedi nell’Academy del Ravenna e crescendo prima nell’Under 16, poi nell’Under 17, quindi in Primavera e infine - storia recentissima di appena un anno fa - in prima squadra, dove l’allora tecnico giallorosso Andrea Dossena lo ha lanciato in Serie D. Oggi Prati è un titolarissimo della Spal, ma soprattutto è finito nel mirino di alcuni club di A, tra cui il Torino. Il doppio salto in alto dal campionato dilettanti alla Serie B non lo ha minimamente turbato. Prati ha assorbito velocemente le difficoltà, sorprendendo anche due allenatori che lo conoscono molto bene e che a Ravenna lo hanno visto crescere: Claudio Treggia, che lo ha allenato nel settore giovanile giallorosso, e lo stesso Andrea Dossena, oggi tecnico del Renate e fino allo scorso anno allenatore del Ravenna in D

GIOVANE TALENTO
«Non mi aspettavo di vederlo titolare in B - ammette Treggia - perché so quanto sia difficile arrivare così in alto dopo appena un anno con i grandi, peraltro in D. Ma se penso alle qualità di Matteo, sono decisamente meno sorpreso». Il tecnico giallorosso ricorda molto bene l’esperienza vissuta al fianco di Prati e aggiunge: «Quando lo allenavo io era già un giocatore vero, seppur in miniatura, essendo ancora molto magro. Mi colpiva perché sapeva fare la differenza non solo in campo, ma anche fuori dal campo e questo aspetto per un giovane è determinante. Si vedeva da lontano che ragionava già da calciatore». Dovesse chiudere gli occhi per qualche secondo, cosa le verrebbe in mente pensando a Prati? «Riusciva sempre a fare le cose giuste al momento giusto trovandosi sempre nello spazio giusto. Matteo era un vero talento e ha confermato queste qualità, prima in D e ora in B. Poi ci sono i comportamenti e anche in questo caso era una garanzia: mai un ritardo, sempre educato e rispettoso verso allenatori e compagni. Anche lui ha commesso degli errori in campo, ci mancherebbe, ma sono proprio gli errori che aiutano a crescere un giovane. Sono contento per lui, aveva tutte le carte in regola per imporsi anche ad alti livelli».

PERSONALITA’
Dopo essere uscito dal settore giovanile giallorosso ed aver debuttato tra i professionisti con Leonardo Colucci due anni fa (una manciata di minuti contro la Sambenedettese), l’anno della consacrazione con i grandi è arrivato nella scorsa stagione. Dossena gli ha consegnato le chiavi del centrocampo di una squadra che, fino alla fine, ha conteso la promozione in C al Rimini segnando gol a grappoli: «Vederlo giocare da protagonista in B è un orgoglio - comincia l’ex terzino di Napoli e Liverpool, oggi tecnico del Renate - conoscevo le qualità di Matteo, perché era impossibile non accorgersene un anno fa, però non mi aspettavo un impatto così in B. E’ entrato in campo a dicembre e non è più uscito, peraltro nel centrocampo di una squadra che lotta per la salvezza. Per me Matteo era già pronto mentalmente anche un anno fa, scendeva sempre in campo con una grande tranquillità e non subiva mai le pressioni o i momenti caldi di una partita. Poteva giocare a San Siro o contro la Bagnolese che non sarebbe cambiato nulla». Il calcio di Dossena quanto ha aiutato Prati a crescere? «Non saprei, ma non credo che sia in B per merito mio. Anzi, voglio fare un passo indietro e complimentarmi con lui, perché ha ottenuto tutto da solo. Lo scorso anno ha chiuso la stagione con 6 chili in più di muscoli, ha allargato le spalle, è cresciuto tanto e ora sta bene in B». Dove può arrivare un ragazzo così talentuoso, che se fosse nato solo quattro giorni dopo sarebbe addirittura un 2004? «E’ presto per sbilanciarsi. Se la crescita dovesse continuare, potrebbe arrivare in A, anche se per starci dovrà alzare ulteriormente i giri del motore. Però è già sulla buona strada».
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