Calcio, il veterano giallorosso Jidayi chiude la carriera: «Caro Ravenna, è arrivato il momento di dire basta»
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Sandro Camerani
Certamente aveva pensato ad un lieto fine della sua lunga e brillante carriera, William Jidayi. Ma le cose sono andate diversamente e quindi si ritrova a lasciare l’attività dopo due retrocessioni con la squadra della sua città. Molto limitate, in realtà, sono state le sue responsabilità, ma Jidayi non si è mai tirato indietro neppure quando le sue buone prestazioni non coincidevano con quelle negative della squadra. A decidere di appendere le scarpe al sempre famoso chiodo, più che il fisico, è stata la carta di identità, visto che anche nel campionato chiuso il mese scorso Jidayi non si è tirato indietro neppure quando si è ritrovato a disputare tre partite in sette giorni: «E’ arrivata la volta buona per ritirarmi per tanti motivi, purtroppo gli ultimi due anni sono stati più difficili dal punto di vista degli obiettivi non raggiunti che sul piano fisico. E le delusioni del Ravenna hanno inciso sul piano mentale, lì mi sento infatti abbastanza stanco. Non voglio invece chiamare in causa problemi fisici ed usura, è vero che ho avuto un problema ad un flessore tra gennaio e febbraio che mi ha tenuto fuori per un po’ di partite ma poi, quando tra Covid ed infortuni dei compagni c’è stata la necessità, ho giocato un trittico di gare in sette giorni. Avrei voluto chiudere con una salvezza, certo, e questo è un rammarico che mi porterò dietro».
Oltre all’ultimo Jidayi, a questo punto, ricordiamo volentieri anche il primo. Giovanissimo, giocava terzino di fascia e spingeva parecchio, venne inserito nella rosa della prima squadra quando con la proprietà di Amilcare Gregori e la dirigenza di Oreste Pelliccioni il calcio ravennate ripartì dopo il fallimento. Jidayi diede il suo contributo al successo nel campionato di Eccellenza prima e serie D successivamente, poi spiccò il volo verso piazze man mano sempre più prestigiose: «Ho giocato quasi 200 volte in serie B, sempre in squadre importanti come Avellino, Cittadella, Padova e Pro Vercelli. Ma penso di avere sempre avuto come obiettivo la possibilità di finire la carriera a Ravenna. Se penso a tutti gli anni con la maglia giallorossa dico che l’ultimo ricordo per me molto bello è stato l’abbraccio con i compagni alla fine della gara contro la Feralpi che segnò la nostra eliminazione al secondo turno dei playoff nel 2019, perché fu un momento splendido che arrivò a suggellare una stagione straordinaria ed un risultato che sinceramente all’inizio non ci aspettavamo. Ma di quella partita voglio ricordare anche i tantissimi tifosi che vennero da Ravenna, quando ancora non c’era il Covid e il rapporto con la curva Mero era bellissimo. Ringrazio la società che mi ha dato la possibilità di tornare a vestire la maglia della squadra della mia città, poi tutti i compagni che hanno giocato con me e naturalmente i tifosi con i quali ho sempre avuto un rapporto splendido. Al Ravenna auguro di tornare molto presto nell’ambito professionistico, perché quello è quanto merita questa piazza. Magari potesse succedere con una riammissione (difficile, i giallorossi sono al quinto posto nella graduatoria, ndr), ma anche tra un anno sudando sul campo non sarebbe male».