Calcio, il tecnico Assirelli (Solarolo): «Promozione storica, non cambieremo l’ossatura»
![calcio-il-tecnico-assirelli-solarolo-promozione-storica-non-cambieremo-lossatura](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1718198918_ss37solarolo.jpg&w=420&h=248)
Mister Fulvio Assirelli, per la prima volta dopo più di 50 anni il Solarolo giocherà in Eccellenza.
«Questo salto in Eccellenza è stato un capolavoro. Non dico che fosse inaspettato, ma c’erano 6-7 squadre con rose più forti. La promozione è nata un anno fa, quando mancammo i playoff per poco, chiudendo al sesto posto, mentre quest’anno ai playoff siamo arrivati e li abbiamo vinti. Nelle partite che contavano ci siamo fatti trovare pronti: prima abbiamo eliminato il Portomaggiore, battuto 2-1, poi in finale abbiamo vinto sul campo del Vasanterno, pur avendo solo un risultato a disposizione. Due vittorie contro squadre forti e organici davvero importanti per un campionato di Promozione che ci hanno permesso di festeggiare. Nella fase regionale ci abbiamo provato, ma la Bobbiese era veramente la squadra più forte. Non a caso ha battuto anche il Faenza in finale, mentre con noi ha vinto solo ai rigori».
L’anno prossimo a cosa punterete?
«Non mi piace parlare di salvezza, però siamo una neopromossa, quindi partiremo a fari spenti e con grande umiltà. Non cambieremo molto, in tanti vogliono dimostrare di poter essere protagonisti anche in Eccellenza. Tutti quelli che potevano rimanere hanno scelto di sposare la nostra causa. A parte il nostro capitano Ravaglia, che ha deciso di non continuare con noi, l’ossatura sarà la stessa. Quando due mesi fa ho firmato il rinnovo, abbiamo cercato un paio di rinforzi per reparto».
Che campionato sarà l’Eccellenza?
«E’ una categoria vera. Lo era anche la Promozione, visto che tante squadre avevano budget importanti. Ci sarà un cambio di calcio, non ci saranno regole per gli under, quindi 8-10 squadre avranno meno giovani e più esperienza. Noi vogliamo giocarcela con tutti, per dimostrare che possiamo starci».