Calcio, il Ravenna sogna la promozione, l'analisi di Gadda: «Volata a tre ma giallorossi favoriti»

Per una lunga serie di motivi, non può che essere Massimo Gadda l’uomo giusto per analizzare la lunghissima volata che vede protagonista (anche) il Ravenna. L’attuale tecnico dell’Ancona, che un anno fa si era guadagnato sul campo la possibilità di giocarsi lo spareggio contro il Carpi, conosce perfettamente l’ambiente, respira ancora l’aria della città e proprio a Ravenna ha già vinto sia da calciatore che da tecnico. «Per quanto hanno fatto vedere finora - comincia Gadda - penso che Ravenna, Forlì e Tau possano arrivare in fondo, quindi mi aspetto una lotta a tre. Al momento hanno dimostrato di essere tre squadre da promozione. Sulla carta, come spessore della rosa, il Ravenna è la più forte». Gadda conosce bene anche il Forlì, dove in passato ha già lavorato, e il Tau, dove c’è un ex compagno come Venturi, con il quale il tecnico dell’Ancona ha condiviso la migliore stagione sportiva nella storia del Ravenna da calciatore: «Il Forlì gioca un buon calcio, molto offensivo ed è allenato da un ottimo tecnico come Miramari. Considero il Forlì la rivale più pericolosa, anche perché in corsa ha indovinato l’acquisto di Petrelli, un giocatore fuori categoria. Quanto al Tau, conosco bene Venturi, mio compagno sia a Ferrara che a Ravenna. Mi dà l’idea di essere innanzitutto una squadra solida. A livello di individualità è inferiore, ma è tosta e compatta. Altro particolare da non sottovalutare: nel Tau gioca l’attaccante per ora più forte e prolifico (il capocannoniere Motti, ndr) e la squadra toscana, rispetto a Forlì e soprattutto Ravenna, non ha l’obbligo di vincere, quindi ha meno pressioni». Poi Gadda torna sui giallorossi, che conosce benissimo anche perché un anno fa allenava diversi ragazzi ancora presenti in rosa: «Il Ravenna, per le ambizioni della società e per come è stato costruito, deve vincere e tutti lo aspettano al varco. Bisogna essere bravi a gestire questa pressione, anche se per me è una pressione sana. La parte ambientale credo sia un’arma a doppio taglio. Ben vengano tanti tifosi al seguito, come accadeva spesso già un anno fa con noi, ma Forlì e Tau, che non hanno questo seguito, possono giocare più leggere». Quanto possono pesare i punti persi all’inizio? «L’adattamento è stato complicato e come spesso accade paga l’allenatore, ma hanno ammortizzato bene e la falsa partenza è un lontano ricordo. Quello che andava fatto, è stato fatto e ora la squadra è al comando, quindi è stata brava a mettersi tutto alle spalle». Domenica si parte con il primo scontro diretto, che vedrà di fronte Forlì e Tau, mentre il Ravenna sfiderà le due rivali tra fine marzo e inizio aprile. Quanto peseranno queste tre partite? «Non saranno decisive. La differenza, quando lotti per vincere, la fai contro chi sta dietro. Per me gli scontri diretti sono più importanti quando lotti per salvarti, mentre quando devi vincere non devi lasciare punti con le piccole. C’è Forlì-Tau? Il Ravenna deve battere il Sacco Marconi, contro cui ha già perso all’andata. Queste sono le partite che fanno la differenza». Domanda finale: quale sarà l’uomo-chiave dei giallorossi? «Davanti hanno Lo Bosco, Di Renzo e Manuzzi, che sono un lusso. Ma io dico Esposito e Rrapaj. Erano l’anima del mio Ravenna e lo sono anche quest’anno».