Calcio, il gioiellino Casadei e i suoi «fratellini»... d’Italia: da Ravenna alla A ispirandosi a Gnonto

Romagna | 10 Giugno 2022 Sport
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Tomaso Palli
La cocente delusione di un secondo Mondiale, quello in programma in Qatar tra novembre e dicembre prossimi, da seguire comodamente sul divano ha fatto scattare il bisogno impellente di nuove fondamenta, giovani e fresche, per la Nazionale maggiore. Lo ha capito perfettamente Roberto Mancini, che è tornato a testare esordienti ritrovando l’habitat capace di esaltarlo nel ciclo trionfale chiuso con la vittoria dell’Europeo, oramai un ricordo lontano. C’è chi intravede doti di coraggio e visione e chi invece la sola e unica necessità di capovolgere tutto. La verità, come spesso accade, sta nel mezzo: innegabile la qualità del commissario tecnico nel fare scelte futuristiche e futuribili (ricordate l’esempio vincente di Zaniolo, arrivato in Nazionale senza aver mai giocato in A?), così come è altrettanto innegabile il bisogno di ripartire dopo aver toccato nuovamente il fondo. Nella poco amata Nations League, che noi italiani oggi non demonizziamo per mancanza di altro pallone, il Mancio è tornato al lavoro e ha potuto sperimentare facendo debuttare giovani e «panchinando» alcuni veterani arrivati forse a fine corsa in azzurro. L’esempio più sorprendente del nuovo corso è stato certamente Wilfried Gnonto all’esordio assoluto (con assist) insieme ai più conosciuti Frattesi, Dimarco, Pobega, Ricci, Cancellieri e Zerbin con Germania e Ungheria. L’attaccante nato a Verbania da genitori ivoriani fu protagonista, nel 2020, di una scelta piuttosto impopolare: niente rinnovo con l’Inter per un futuro in Primavera e fuga direzione Super League svizzera con la prima squadra dello Zurigo dove quest’anno ha vinto il titolo nazionale realizzando 8 gol e 3 assist. Accanto al velocissimo Willy, uno dei tanti giovani usciti dal cilindro di Mancini, ce ne sono altri che potrebbero presto far parte di un progetto azzurro a lungo termine. E tra questi, dopo troppi anni ai margini del grande calcio italiano, torna ad essere protagonista anche la provincia di Ravenna. Finalmente.

RIVELAZIONE CASADEI
Chi si è preso il palcoscenico con lo scudetto Primavera, il decimo per l’Inter, e il premio di miglior giocatore della fase finale è stato Cesare Casadei. Il classe 2003 è nato a Ravenna, cresciuto a Cervia ma si è formato calcisticamente a Cesena che ha lasciato nel 2018, direzione Milano sponda nerazzurra, con la società bianconera che sarebbe presto fallita. In Romagna, dove è rimasto fino a 15 anni prima di spiccare il volo, si è avvicinato al pallone grazie ai fratelli, Edoardo ed Ettore, che ancora oggi lo seguono da molto vicino. Ma è lontano dalla Riviera che Casadei cresce diventando un centrocampista duttile in grado di ricoprire tutti i ruoli in mezzo al campo ma capace di esaltarsi quando si inserisce e attacca l’area di rigore. Il gol, per lui, è forse qualche cosa di più di un semplice vizio visti i numeri stagionali: 17 reti totali (e 5 assist) sono un dato eccellente per un attaccante, figuriamoci per chi di mestiere gioca venti metri più indietro. La stagione appena conclusa ha attirato le attenzioni di moltissimi club facendolo diventare un profilo spendibile, per l’Inter, come pedina di scambio - si parla di Cagliari - in prestito secco. Il timore, in questi casi, è che l’oggi del club sia più importante del domani di alcuni talenti come Casadei e un peregrinare in prestito, senza una reale programmazione, possa ritardarne la crescita. 

GLI ALTRI
La parabola di Casadei non è però l’unica capace di tenere alto il nome della provincia romagnola. Il più «anziano» è il classe 1999 Luca Ercolani, rientrato in Italia, superato un grave infortunio al ginocchio, poco più di un anno fa dopo la lunga esperienza nell’Academy del Manchester United fino all’U23. Nonostante una stagione più che positiva a livello personale, ora si ritrova senza squadra a causa del fallimento (a proposito, ecco un’altra piaga dell’Italia pallonara) del suo ultimo club, il Catania, che militava in C. Nell’Under 19 che disputerà gli Europei di categoria in Slovacchia quest’estate, insieme a Casadei e Gnonto, ci sarà, con i gradi del capitano, anche Samuel Giovane, che mastica azzurro fin dai tempi dell’Under 15. Centrocampista classe 2003, il ravennate figlio d’arte dirige la manovra anche nella squadra Primavera dell’Atalanta ma si allena regolarmente agli ordini di Gasperini senza però aver ancora trovato l’esordio con i grandi (solo una panchina, per ora). Il più giovane del gruppo ravennate è invece l’attaccante Antonio Raimondo (unico del lotto nato nel 2004) che, a differenza degli altri, con la maglia del Bologna aveva già debuttato in Serie A nella stagione 2020/2021 mentre quest’anno, nell’ultima gara contro il Genoa, Mihajlovic lo ha schierato addirittura da titolare a Marassi. Questi i nomi da seguire o appuntarsi per i prossimi anni o, chissà, già per i prossimi mesi: le selezioni per la nuova e giovane Italia del Mancio sono aperte.
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