Calcio, il doppio ex Torrisi sull'asse Ravenna-Bologna: "Calcisticamente interessante, ma la serie A al Benelli non mi convince"
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Ilja Arcozzi
C’è un lungo e robusto fil rouge che lega il Ravenna ed il Bologna. Un collegamento speciale, che nasce dallo storico gemellaggio tra le due tifoserie e prosegue fino alla concreta possibilità di una stretta collaborazione tra le due società, con l’opportunità di vedere i rossoblù giocare nella stagione 2021-22 al Benelli, durante la ristrutturazione del loro stadio. Lungo questo filo ideale ci sono dei nodi molto forti, storie e personaggi che hanno contribuito a rinsaldare il rapporto tra i due club. Una menzione particolare in tal senso la merita il ravennate Stefano Torrisi, ex delle due squadre, che ha vestito anche le casacche di Torino, Parma e Atletico Madrid, oltre a quella della nazionale italiana. Ravenna è stata la rampa di lancio della sua carriera: approdato in giallorosso a 19 anni, il centrale ha disputato due annate con i bizantini conquistando la storica e indimenticabile promozione in B nel 1993 con una super squadra affidata a Francesco Guidolin: «Il Modena scelse di mandarmi a casa a farmi le ossa - racconta Torrisi - era l’ambizioso Ravenna di Corvetta. Quella era una squadra fortissima con tanti giocatori che poi sono arrivati su grandi palcoscenici. Basta dire che i miei tecnici sono stati Delneri e Guidolin e come compagni ho avuto Toldo, Scapolo, Baldini, Francioso, Sotgia, Zauli, Buonocore, Baldini e tanti altri. I miei ricordi più belli sono legati ad un gruppo molto coeso, eravamo amati in città. Abbiamo portato il Ravenna ad essere una delle realtà più importanti della serie C e poi della B». Dal 1995 al 1998 e dal 2004 al 2007 Torrisi ha invece trascorso due periodi fantastici con i felsinei: «Il Bologna è stata la squadra in cui ho realizzato il mio sogno di diventare un buon calciatore. Ho dato e ricevuto tanto dalla città, dalla società e dai tifosi, è la formazione per cui tifo, è quella che mi è rimasta nel cuore. A Bologna lì mi sento a casa, è un amore che dura».
Qualche perplessità Torrisi ce l’ha in merito all’eventualità che i rossoblù possano giocare al Benelli: «Da un punto di vista calcistico sarebbe un’ottima soluzione: sono club gemellati che non hanno mai avuto problemi. Il Bologna è in crescita e muove sempre dai 10.000 ai 15.000 tifosi, senza considerare i supporters avversari, quindi potrebbero esserci problemi di sicurezza, di servizio pubblico e di comodità. Non so quanto il Benelli possa essere adatto. Non so se sarebbe in grado di ospitare un match clou di serie A. È una struttura vecchia, che andrebbe certamente rinnovata, ma non è solo questo il punto. Ci sono tanti punti interrogativi».
La città ne trarrebbe vantaggio? «Porterebbe molta gente che a Ravenna non sarebbe venuta a farsi un giro. L’indotto sarebbe interessante, ma i disagi alla viabilità e la presenza di tifoserie calde potrebbero essere dei deterrenti. È difficile rispondere a questa domanda». Ancora più interessante è la collaborazione che potrebbe nascere tra le due società: «Sarebbe importante per entrambe: il Bologna potrebbe far maturare alcuni giocatori nel Ravenna, che ci guadagnerebbe perché arriverebbero degli elementi di prospettiva. I giallorossi avrebbero così in rosa dei giovani bravi a costo zero. Il Ravenna prima però deve migliorare la sua situazione di classifica e confermare la categoria, perché i ragazzi della Primavera felsinea fanno la differenza e meritano di militare in B o almeno in Lega Pro».
Conclude poi l’ex difensore: «E’ giusto che il Ravenna pensi in grande, ma per crescere servono obiettivi chiari, sicurezza economica e l’ambizione di migliorare sotto gli aspetti del marketing e delle relazioni con il Comune. Se si vogliono fare passi in avanti bisogna farli con cautela. Avvicinarsi al Bologna sarebbe già una bella cosa».