Calcio e alluvione, l'iniziativa dell'ex imolese Vona: «Aiuto Faenza e il mio amico Ali con Perin e le maglie della Juve»
Tomaso Palli
La Romagna e i romagnoli impiegano davvero poco tempo ad entrarti nel cuore. Vuoi per il modo di fare, vuoi per l’accoglienza che riservano. O perché, semplicemente, in Romagna si sta bene. Edoardo Vona, che di mestiere fa il calciatore e oggi veste la maglia della Recanatese in Serie C, lo sa molto bene. Lui, 26enne di Latina, ha conosciuto e vissuto la Romagna in ben due momenti della vita: prima da ragazzo, a Faenza, e poi da uomo, a Imola. E quella terra non l’ha mai dimenticata. «Sono arrivato a 14 anni - ricorda - uscito dal settore giovanile del Latina, volevo provare a fare calcio fuori dalla mia città e il mio percorso è iniziato a Faenza». Un anno di pallone e scuola per poi separarsi. Ma Venditti ha provato a spiegarci quali giri possano fare certi amori e così, a distanza di tempo, ecco il ritorno, l’anno scorso, per vestire la maglia dell’Imolese: «Arrivare a Imola ed essere vicino all’uscita dell’autostrada di Faenza è stato come tornare a casa. A Faenza e in Romagna, luoghi che mi hanno fatto diventare uomo, prima che calciatore. Ed è ciò che resta nella vita, i rapporti umani che vanno al di là del calcio e dello sport in generale». Edoardo, infatti, in Romagna ha lasciato anche tanti amici. Tra questi, pesantemente colpito dall’alluvione, c’è Ali Mouharrar, proprietario e fondatore di Lab Mobile Faenza, attività sull’assistenza a 360° per lo smartphone. «Abbiamo affrontato insieme il mio periodo a Faenza - racconta Vona - e poi l’ho ritrovato quando ho giocato a Imola: con lui ho condiviso ogni cosa. Dopo l’alluvione, era disperato e, vedendo il suo negozio, mi si è stretto il cuore. So i sacrifici che ha fatto per aprire quell’attività, una promessa a una persona a lui cara dopo un serio problema familiare. Non potevo voltargli le spalle perché lui, nei momenti di difficoltà, mi è sempre stato vicino».
Costretto a casa da un infortunio nel finale di stagione, Edoardo si è dato da fare pensando a come potersi rendere utile. «Ho sentito il mio amico Mattia Perin (portiere della Juventus, ndr), fa tantissima beneficenza ed ero sicuro mi potesse dare una mano. Gli ho raccontato la situazione e mi ha subito inviato due maglie autografate, una di Vlahovic e una di Di Maria». E ora, cosa farne? «L’idea iniziale era organizzare un’asta ma, così facendo, ci sarebbe stato un contributo unico, mentre noi volevamo raggiungere il maggior numero di persone. E così abbiamo scelto l’estrazione, raccogliendo le donazioni attraverso gofundme.com: 10€ valgono un biglietto, 20€ sono due… e così via». Un lavoro che richiede tempo con Edoardo che segna nome e cognome di chi dona in vista dell’estrazione, il 5 giugno prossimo, in diretta sul suo profilo Instagram. Nella speranza che, nei prossimi giorni, possano aggiungersi altri cimeli calcistici.
Ripensando ancora oggi a quelle immagini che passavano sul cellulare, Vona fatica ad esprimere le emozioni provate. «Vedevo quei luoghi in cui mi trovavo fino a pochi mesi: vivevo a Castel Bolognese e quella che è stata la mia casa era sott’acqua. Poi mi è arrivato il video con le persone che, in città, si muovevano con il gommone: è stato straziante. Seppur a distanza, ho vissuto tutto come se fosse capitato a me». Ma anche Edoardo, che i romagnoli li ha conosciuti, ne percepisce la forza che va di pari passo con la solidarietà di un intero paese verso quella terra che lo ha adottato: «I romagnoli trasmettono troppa energia e lo si vede da come, quotidianamente, affrontano questa situazione drammatica. Ma tutti sono vicini a loro e mi si riempie il cuore nel leggere i messaggi delle persone che donano: mi è capitato anche di piangere perché davvero si percepisce il valore umano».