Calcio dilettanti a rischio, intervista a Rossella Guerrini (Alfonsine): "La stagione è compromessa, mentre il nostro futuro è incerto"
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Oltre un mese di stop, con la minaccia sempre più concreta (e legittima) di doversi fermare definitivamente, chiudendo in anticipo la stagione 2019-2020. In tv e sui giornali nazionali rimbalzano le paure, le speranze e purtroppo anche i litigi di tutti i protagonisti dei campionati professionistici, con la serie A al comando e sulla bocca di tutti, ma nel sottobosco del calcio italiano ci sono anche migliaia di società dilettantistiche che si interrogano sul presente e che guardano con grande paura il futuro. Il viaggio di Setteserequi nel calcio dilettantistico della provincia chiama in causa tutti: la serie D, con l’Alfonsine, due club di Eccellenza come Del Duca Ribelle e Sanpaimola, due società di Promozione come Faenza e Massa e anche il Faventia, rappresentante più nobile del calcio a 5. Ai dirigenti dei club abbiamo chiesto di rispondere a queste tre domande.
1. Come state vivendo questo drammatico momento senza sport e con la minaccia Coronavirus?
2. Secondo voi cosa ne sarà della stagione 2019-2020 che si sarebbe dovuta concludere tra poco più di un mese? Sarebbe più giusto fermarsi già definitivamente e pensare all’anno prossimo?
3. Pensando al domani, riuscite in questo momento a quantificare i danni alla vostra società? Il vostro futuro è a rischio?
Per l’Alfonsine, unica squadra ravennate impegnata in serie D, risponde la presidentessa Rosanna Guerrini.
1. «In questo periodo la preoccupazione per i nostri cari, per la situazione che c’è nel mondo, non solo in Italia, ci ha fatto mettere in secondo piano lo sport. Ovviamente c’è molta apprensione e dispiacere per gli eventi che sono saltati, sia a livello di prime squadre che di settori giovanili».
2. «Sarebbe giusto trovare una soluzione intelligente per tutti, indipendentemente dalle categorie e dalla grandezza della società. E’ evidente che la stagione è compromessa, quindi decidere di portarla a termine potrebbe comportare ancora più problematiche e mettere maggiormente in difficoltà i club, sia a livello economico, che organizzativo. Fermarsi è giusto se non ci sono le condizioni di sicurezza e se non ci sono le coperture e gli ammortizzatori economici che permettano alle società di recuperare da questo momento di difficoltà e di provare a ripartire per il futuro».
3. «Quantificare i danni al momento è difficile. Ci sono ancora troppi dubbi e perplessità per quanto sta accadendo. È necessario conoscere le tempistiche, se e come si ripartirà, e quali aiuti economici arriveranno da stato e Lega. I danni sono sicuramente ingenti e per i club come l’Alfonsine, che ha nel tessuto sociale del proprio volontariato una risorsa importante di sostentamento, il colpo è ancora più duro; anche a fronte di un’annata nata sotto il segno di alcune problematiche, che verranno rese note a tempo debito e con le opportune modalità, che hanno reso questa stagione complessa e difficile. Queste difficoltà erano state superate e proprio quando si stava tornando alla progettualità, a pensare al futuro, è esploso dopo nemmeno un mese questo virus, che ha portato ulteriori disagi ed ansie. Il futuro sinceramente è incerto, ad oggi possiamo dire che c’è fiducia nello sport e nelle istituzioni».