Calcio, dalle piadine nel chiosco di famiglia al Mondiale da protagonista: la lunga scalata di Casadei
Da un chiosco di piadine di Milano Marittima, dove talvolta ha dato una mano a papà Davide e a mamma Elena, a una finale di un Mondiale Under 20, la seconda competizione più prestigiosa e importante del pianeta organizzata dalla Fifa. L’arrampicata del cervese Cesare Casadei non ha fatto solo il giro della Romagna e di conseguenza d’Italia, ma è rimbalzata fino ai campi fangosi di Mendoza e La Plata, dove domenica scorsa è calato il sipario sul torneo iridato riservato ai migliori talenti del mondo. L’Italia «a trazione ravennate» è stata guidata a un passo dal titolo da un centrocampista che ha già riscritto la storia del calcio azzurro, perché in un Mondiale (maggiore o Under 20) nessun italiano aveva segnato 7 gol, neppure il mitologico Schillaci a Italia 90 o l’indimenticabile Pablito Rossi 8 anni prima in Spagna. A godersi le imprese di Casadei è innanzitutto la famiglia: «Le piadine? Se le fa da solo a Londra», ha racconta il padre Davide a Olympics.com. «Per divertirsi, Cesare si diletta in cucina. Ma a casa mia è un hobby un po’ di tutti. Poi a Londra si può vivere bene senza piadina». Quel frequentatissimo chiosco sul canalino di Milano Marittima, a due passi dal centro, è il posto dove tutto è cominciato per Casadei, anche se già da piccolo era chiaro che fosse lui «il vero giocatore della famiglia», come sosteneva il fratello maggiore Ettore, che vanta un passato nel Cesena, con cui ha vinto la D nel 2019. «Tutti e tre i fratelli giocavano a calcio – raccontava lo stesso papà Davide - e Cesare è diventato così stando con loro perché essendo il più piccolino lo mettevano dove volevano. E si è fatto valere». I primi passi da calciatore, il piccolo Cesare li ha naturalmente mossi a Cervia, dove viene notato dal Cesena, che ancora oggi resta la miglior palestra romagnola per un aspirante calciatore. In bianconero Casadei si fa tutta la trafila delle giovanili fino al fallimento del club nell’estate di cinque anni fa, quando passa all’Inter e comincia a mettere nel mirino il suo vero idolo: Zlatan Ibrahimovic. Con l’Under 17 interista vince il campionato al primo tentativo e un anno dopo passa in Primavera, con cui ha vinto il titolo dodici mesi fa, naturalmente strappando anche in quel caso il premio di miglior giocatore della fase finale, dopo una stagione da 15 gol complessivi in 32 presenze. Sempre da centrocampista, benché offensivo. Il suo nome inizia a circolare anche fuori dai confini italiani ed è storia recente il passaggio della scorsa estate dal club nerazzurro al Chelsea, che a febbraio lo ha «spostato» in prestito nella Championship inglese, dove Casadei ha indossato la maglia del Reading. Il Mondiale U20 è stato la classica ciliegina sulla torta, ma la sensazione è che il bello debba ancora venire.