Calcio D, Ravenna sulle montagne russe: «Troppi alti e bassi e poca fame»
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Sandro Camerani
Dopo un mese e mezzo e quattro partite di campionato (quella contro il Seravezza, rinviata, verrà recuperata il prossimo 10 novembre) il Ravenna è ancora alla ricerca di se stesso. Quando sembra essersi ritrovato, si perde improvvisamente alla ricerca di quella continuità che tuttora manca. Esemplari, a questo proposito, sono state le parole di un Andrea Dossena abbastanza sconsolato mezz’ora dopo la fine del match perso domenica scorsa a Correggio: «Rispetto a mercoledì scorso ed alla bella vittoria sul Lentigione siamo stati come Dr.Jekyll e Mr.Hyde e sinceramente non me lo aspettavo dopo quella prestazione ed alla luce degli ultimi allenamenti. Sapevamo certamente che avremmo affrontato una Correggese in crescita e decisa a fare punti, però il problema è che abbiamo sbagliato ancora una volta l’atteggiamento con cui siamo andati in campo, nonostante la lezione di otto giorni prima contro il Mezzolara. Siamo ancora troppo soggetti ad alti e bassi improvvisi e troviamo spesso avversari che dimostrano più fame di noi. Poi abbiamo commesso anche troppi errori tecnici, anche quelli abbastanza imprevedibili». Il quadro, insomma, è nero ma non nerissimo, dopo tutto con la vecchia media inglese adesso il Ravenna sarebbe pur sempre a zero, avendo guadagnato a Forte dei Marmi i due punti poi persi per strada tra Mezzolara e Correggese. E poi il campionato è lunghissimo e comunque nessuno, alla vigilia, ha mai parlato di obiettivo promozione. Magari non è veramente così, tuttavia in questo momento i giallorossi hanno solo ad una cinquantina di chilometri la squadra che sembra avere decisamente una marcia diversa, ovvero il Rimini. Ma il Ravenna deve andare avanti per la sua strada e superare le difficoltà, a cominciare dalla prolungata assenza di Magnanini, che ha il collaterale lesionato e forse anche un interessamento del crociato. Un’assenza che potrebbe prolungarsi dai due ai quattro mesi addirittura, quella del terzino sinistro classe 2003, e che risulta davvero pesante, anche perché il sostituto naturale (Crispino) viene probabilmente considerato ancora acerbo e non ci sono altri esterni mancini nella rosa. Tanto che a Correggio è stato testato Macrì, con esiti deludenti ma non tali da bocciarlo definitivamente. Potrebbe tornare in ballo l’arrivo di quella pedina mancante che il direttore tecnico Grammatica ha sempre nella manica, ma che fino alla settimana scorsa sembrava diretta al centrocampo: «E’ vero - ha detto Dossena - che consideriamo l’idea di un rinforzo, ma senza cambiare il progetto tecnico intrapreso. Siamo ancora un cantiere aperto, adesso serve trovare soprattutto continuità e magari anche un po’ di furbizia in più in certi frangenti». Magari a cominciare dalla prossima sfida contro il Sasso Marconi.