Calcio D, il Ravenna e tutti i numeri di una stagione che è terminata nel peggiore dei modi

Romagna | 11 Maggio 2023 Sport
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Ravenna-Lentigione di domenica scorsa non è stata solo una semplice partita, ma anche la fotografia della stagione. La sconfitta casalinga contro gli emiliani, che evidentemente hanno un ottimo feeling con il Benelli (un anno fa vinsero ai playoff), ha fatto calare il sipario sul campionato dei giallorossi, che proprio all’ultima curva hanno sbandato colpevolmente fallendo l’obiettivo minimo: la qualificazione ai playoff. D’accordo, gli spareggi in D sono una specie di (inutile) agonia e hanno un valore relativo, ma la classifica finale condanna senza attenuanti un Ravenna troppo ondivago durante l’anno, spesso deludente al Benelli, mai in grado di trovare un briciolo di continuità e di conseguenza di lottare per i primi posti, pur disponendo di un buon organico. L’alibi degli infortuni, che hanno minato soprattutto il cammino di Massimo Gadda, che aveva preso il posto di Serpini nel girone di andata, non regge: il Ravenna aveva l’obbligo di fare meglio e di chiudere davanti a squadre del calibro di Real Forte Querceta e Corticella, tanto per fare i nomi di chi ha operato il sorpasso all’ultimo turno strappando il pass per i playoff e condannando anche i «cugini» del Forlì. Ma quali sono state le cause di questa stagione da dimenticare?

RENDIMENTO
Il primo problema è stato il rendimento casalingo. Casa dolce casa? Tutt’altro: 6 vittorie, 6 pareggi e ben 7 sconfitte. Nelle 19 gare al Benelli il Ravenna ha conquistato appena 24 punti. Solo le ultime tre della classe, ovvero le retrocesse Salsomaggiore (6 punti) e Bagnolese (19) oltre allo Scandicci (23) che dovrà giocare i playout, hanno fatto peggio di giallorossi tra le mura amiche. Vero è che i 32 punti in trasferta sono stati un buonissimo bottino (terzo rendimento del girone) e hanno spesso bloccato l’emorragia in classifica, tenendo in vita il Ravenna fino in fondo, è impensabile puntare a un campionato di vertice con un rendimento così modesto in casa, dove pesano le poche vittorie ma anche e soprattutto le tantissime sconfitte, addirittura 7. I 52 gol fatti, con il solito Guidone miglior marcatore e un Marangon salito in doppia cifra nel finale ma deludente nell’ultima gara contro il Lentigione, sono stati un buon bottino, mentre i 47 gol incassati hanno dimostrato che la fase difensiva è stata insufficiente.

DEBOLE CON LE DEBOLI
Ma il vero problema del Ravenna ha riguardato il rendimento con le «piccole». Se con le prime tre della classe (Giana Erminio, Pistoiese e Carpi) la squadra di Gadda ha perso solo una partita, riuscendo a battere una volta la Giana e anche gli emiliani al Cabassi, contro le squadre più modeste i giallorossi non sono proprio riusciti a ingranare, perdendo troppi punti e di conseguenza troppe occasioni per risalire la corrente in classifica. Poi c’è il finale, che ha rovinato tutto. Dopo un girone d’andata sulle montagne russe e complessivamente negativo, il Ravenna aveva cominciato a rimontare nella fase iniziale e soprattutto centrale del girone di ritorno: 7 risultati utili con 4 vittorie e 3 pareggi dopo il ko iniziale contro il Prato, poi altri tre successi ravvicinati nei derby con Sammaurese e United Riccione, oltre al successo contro il Sant’Angelo, non sono bastati. Nelle ultime sei giornate il Ravenna ha vinto solo una partita (2-1 a Forlì nel finale) e soprattutto perso tre gare consecutive al Benelli contro Bagnolese, Carpi e Lentigione. E sono state proprio queste tre sconfitte (imperdonabili la prima e l’ultima) ad affondare la barca. Ora non resta che cominciare a pensare al futuro, con una rivoluzione estiva che quasi certamente ridisegnerà la rosa. Da capire quale sarà anche il futuro di Massimo Gadda, che domenica a fine partita ha dichiarato in sala stampa di essere pronto a restare anche nella prossima stagione. La parola passa alla società, con in testa il presidente Alessandro Brunelli.
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